La Chiesa dei Re

di Mario Torrente

Vi racconto una storia antica settecento anni. Per lo meno nella parte che riguarda questa maestoso edificio le cui mura sono le stesse erette nel 1300. Così come le vediamo oggi, erano nel Medioevo. Ma qui ci sono anche le origini della cristianità ad Erice e la contrapposizione con i culti pagani legati alla dea Venere. Qui sorse la prima delle circa 50 chiese erette in quasi duemila anni a Monte San Giuliano.

La Matrice, la chiesa Madre di Erice, venne costruita nei primi decenni del milletrecento. Il coronamento merlato che orna il prospetto ricorda che il Real Duomo, dedicato all’Assunta, venne eretto per volontà di un sovrano, re Federico III d’Aragona. Venne aperto al culto nel 1339 per essere ultimato definitivamente attorno al 1372. Il pronao fu aggiunto successivamente, nel XV secolo. Originariamente, econdo la tradizione, nel punto in cui venne eretto l’edificio sacro, sorgeva la cappella della Vergine Assunta, il primo edificio cristiano innalzato ad Erice, nel quarto secolo dopo Cristo, per volere dell’imperatore Costantino.

Dopo un crollo, nel 1852 iniziarono i lavori di restauro che hanno radicalmente cambiato l’interno della chiesa, con l’attuale stile neogotico, mentre il prospetto esterno è rimasto tale e quale. Il campanile, alto 26 metri con mura spesse circa 2 metri, originariamente era una torre di avvistamento militare costruita tra il XIII ed il XIV secolo durante la guerra del Vespro da Federico II d’Aragona. Sulla cima della torre campanaria, dopo i 110 gradini della ripida scalinata, a chiocciola nella sua parte finale, si può godere di un panorama mozzafiato sul borgo di Erice, arrivando fino alle Torri del Balio ed al Castello di Venere. Ed un sottile filo unisce l’edificio religioso al tempio che fu della dea dell’amore, che si trova proprio nella parte opposta del borgo medievale.

Nel lato Sud del muro della Matrice ancora oggi sono ben visibili le nove croci incastonate nella spessa parte estera della chiesa madre di Erice, che secondo la tradizione sarebbero state realizzate proprio con il marmo bianco proveniente dal tempio man mano che veniva smantellato. Con l’obiettivo di estirpare i riti pagani legati alla dea Venere. Il cui culto ha resistito per secoli anche dopo l’avvento della religione cattolica, che si affermò definitivamente attorno al sedicesimo secolo, quando prese il sopravvento la devozione per l’immagine di Maria Santissima di Custonaci, che secondo la leggenda sarebbe arrivata dal mare a bordo di un veliero scampato ad una tempesta.

Quel quadro, raffigurante una bellissima Madonna con il bambinello Gesù, da subito entrò nel cuore delle popolazioni dell’Agroericino, che le attribuirono poteri taumaturgici. Tant’è che durante i trasporti da Custonaci ad Erice i bambini malati venivano poggiati sulla vara portata a spalla per farli guarire. Il quadro originale si trova all’interno del Santuario di Custonaci mentre nel Duomo di Erice si trova una seconda immagine realizzata nel 1891 da Michele Corteggiani per restare al Monte ed andare in processione ogni ultimo mercoledì di agosto. Ma per cinque secoli il quadro della Madonna ha fatto su e giù tra Erice e Custonaci. Conteso dalle due comunità, che ancora oggi continuano ad essere legate dalla devozione per la Vergine con il bambinello Gesù.

Ma questa è un’altra storia che è possibile raccontare sui passi degli antichi trasporti percorrendo i sentieri del Monte da dove passava la cassa con al suo interno il quadro di Maria Santissima di Custonaci ed il suo immenso carico di fede e tradizione. Che ancora oggi rimarca il legame con la propria terra, con i valori custoditi in un culto plurisecolare e con i fili generazionali che si tramandano da più di cinquecento anni. Segnandone l’identità ed il senso dell’appartenenza. E questa chiesa, il Real Duomo con la sua corona di pietra e l’aspetto austero e solenne, ci ricorda anche questo.