Il giorno dell’Anagoghia

di Mario Torrente

Oggi, nella Erice di due mila e passa anni fa, si sarebbe celebrata l’Anagoghia. Ed i fasti di quel tempo sembrano ancora riecheggiare nei silenzi che circondano la rocca dove un tempo sorgeva il Tempio di Venere. Qui le sacerdotesse della dea dell’amore a fine ottobre tenevano dei riti che in epoca pagana segnavano la fine della bella stagione e l’inizio dell’inverno. E lo “spartiacque” che segnava questo passaggio era il 25 ottobre, che anticamente era il giorno della “Anagoghia”, il momento legato al volo delle colombe verso il mare.

In questo periodo le colombe, sacre alla dea dell’amore e della ferilità (protettrice anche di chi andava per mare) partivano infatti dal Tempio di Venere per raggiungere il Nord Africa. Tra l’altro si narra di un tempio dedicato ad Astarte a Sicca Veneria, l’odierna La Kef. Dunque un “ponte” tra la Sicilia occidentale e Cartagine che volava sulle ali delle colombe, che prima della traversata sul Mar Mediterraneo si fermavano nell’isolotto della Colombaia. La Torre Peliade risale tra l’altro proprio all’epoca Cartaginese.

Ad Erice, il 25 ottobre nel santuario di Venere si celebravano dei riti che segnavano dunque la fine della bella stagione e l’inizio dell’inverno. Tant’è che il ponte levatoio, che divideva la rocca della dea dal resto del pianoro del Monte, veniva tirato su ed il tempio chiudeva per i mesi più rigidi dell’anno per riaprire sei mesi dopo, il 23 aprile in occasione della Katagoghia, che segnava, con ben 9 giorni di feste, il ritorno delle colombe dal mare. E quindi l’inizio della bella stagione. Per l’occasione ad Erice era festa grande con tanto di fiera franca, ovvero un mercato dove potere vendere e acquistare senza tasse e dazi, che nel 1300 venne trasferita a valle, nella chiesa dell`Annunziata, dove oggi c’è il Santuario della a Madonna di Trapani. Successivamente la fiera venne spostata a ferragosto per i festeggiamenti in onore della Madonna. E dalla basilica venne trasferita in via Mancina.

La fiera di metà agosto che per tradizione si tiene a Trapani (anche se la scorsa estate non è stata fatta) ha dunque origini ericine, che ci portano indietro nel tempo di oltre due mila anni. Quando il Santuario della dea Venere indicava, col suo fuoco acceso dalla rocca del tempio, la rotta ai marinai mentre erano in navigazione sulle loro imbarcazioni nel mar Mediterraneo. E colombe che, due volte l’anno, univano le due sponde del Mare Nostrum con il loro volo che segnava l’inizio di una nuova stagione. Con il carico di buoni auspici rappresentati dalla dea Venere…

Ps: la foto è stata scattata prima dell’inizio dei lavori al castello di Venere da una delle mie prospettive preferite, da dove si vede la rocca avvolta nel verde e l’antichissimo muro perimetrale…