La Natura che resiste

di Mario Torrente

La Natura, nonostante tutto, resiste. La capacità di reazione di ogni forma di vita è incredibile. Piante comprese. Ed in occasione della Giornata Mondiale della Natura mi piace condividere le foto di questi alberi che nel maggio dello scorso anno si sono ritrovati completamente avvolti dalle fiamme.

Siamo a Martogna, l’area demaniale devastata dal terribile incendio del 5 maggio del 2022. Mezzo bosco ormai non esiste più. Al suo posto c’è il vuoto con tutt’attorno ancora gli scheletri degli alberi bruciati. Una desolazione. Ma gli alberi sopra l’edicola votiva di San Giovanni Gualberto, patrono dei Forestali, sembrano avere resistito al fuoco che lo scorso maggio è passato anche da lí divorando ettari di macchia mediterranea, bosco e sottobosco. I tronchi neri ed i rami secchi ricordano ancora oggi quell’inferno di fuoco di dieci mesi fa.

Ma la cima delle chiome di questi alberi è ancora verde e ciò lascia una speranza sulla possibilità di sopravvivenza di questi maestosi pini di circa mezzo secolo d’età che per tutti questi decenni si sono presi l’anidride carbonica della città dando in cambio ossigeno, frescura ed evitando frane e smottamenti del terreno. Proteggendo così la strada per Erice e le case sottostanti.

Questi alberi, feriti quasi a morte, stanno cercando di riprendersi. Bisognerà aspettare l’autunno per capire se riusciranno a sopravvivere. Ma tanti altri pini sono stati tagliati perché del tutto bruciati e ridotti a scheletri carbonizzati. Al loro posto oggi c’è il nulla. La speranza è che questo vuoto prima o poi venga riempito da nuove piantagioni, per fare tornare il bosco di Martogna al suo antico splendore di nuovo tutto verde come era un tempo.

Come ovvio, ci vorrà tempo. La Natura sta provando a fare la sua sapere. Ma per fare rinascere nuova vita in questo versante della montagna di Erice serve anche l’aiuto dell’uomo. Ed in occasione della Giornata Mondiale della Natura è bene ricordarlo, non dimenticando le nostre responsabilità e la necessità di proteggere tutte le forme di vita del pianeta Terra. Anche quelle vegetali.

Un tempo le foreste ricoprivano tutto. I fossili trovati dagli archeologi ci dicono che diecimila anni fa l’Europa era tutta verde. La Sicilia doveva essere un grande Eden. La montagna di Erice completamente avvolta dagli alberi. Oggi invece i boschi si contano sulle dita di una mano monca. E gli alberi che continuano a bruciare sono essenziali per la vita e nell’epoca dei cambiamenti climatici rappresentano uno strumento fondamentale per contrastare l’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera.

Questa “battaglia” per salvare il pianeta si combatte a tutti i livelli, anche nella nostra dimensione locale e nel “microcosmo” dei boschi di Monte Erice, a partire da Martogna. Dove c’è un piccolo bosco da salvare. Per segnale un primo punto di ripartenza in questa tanto sbandierata svolta ecologica. Di cui c’è un disperato bisogno. Ne va della stessa sopravvivenza del genere umano. Ed ognuno, nel proprio piccolo, è chiamato a fare la sua parte. Prendendo esempio dagli alberi di Martogna che, nonostante tutta la devastazione lasciata dalle fiamme, resistono rivendicando il loro diritto a vivere.