I cammini del Monte: ecco il Piede del Diavolo

di Mario Torrente

In questo angolo, così silenzioso e carico di leggenda e mistero, si narra di un diavolaccio preso a bastonate da San Cristoforo. Il diavolaccio, che era ad Erice in cerca di anime, dopo avere rubato il manto nero della Madonna dalla chiesa di Sant’Orsola, venne cacciato dal Santo che ancora oggi dà il benvenuto ai “viandanti” dall’edicola votiva di porta Trapani. Dopo averle prese di santa ragione, il diavolaccio chiese aiuto ai satanassi che dall’inferno aprirono un varco vicino a porta Spada. Secondo la leggenda, il diavolaccio, dandosi la spinta per tornare negli inferi, lasciò un’orma impressa nelle mura di Erice. E scendendo da porta Spada ancora oggi si può notare questa strana e misteriosa forma di un piede che calza tutte misure. I muntisi lo chiamano il piede del diavolo. E quando si passa da qui, per tradizione si poggia il piede destro in questo solco impresso su questo grosso masso megalitico. Scendendo per il sentiero del piede del diavolo lungo le millenarie mura elimo-puniche si arriva al cimitero ebraico, proprio sotto le chiese di Sant’Orsola e Sant’Antonio. Siamo in uno dei punti più affascinanti e carichi di mistero di Erice, con un panorama mozzafiato sul blu del golfo di Bonagia e sulle suggestive forme di Monte Cofano. Poco più su c’è invece il quartiere spagnolo con altre storie da raccontare. Scendendo dal piede del diavolo ma andando a sinistra, si può invece percorrere un nuovo sentiero, aperto lo scorso anno dalla Forestale, che permette di addentrarsi nel bosco di Erice, passando dalla “fontana du bambineddo” per arrivare alla strada romana e proseguire per altri percorsi. C’è davvero l’imbarazzo della scelta. Ma ce n’è uno in particolare carico di fede e tradizione da cui passava la Madonna di Custonaci durante i trasporti del quadro di Maria Santissima che per cinque secoli ha fatto su e giù dal Monte, attraversando ogni volta le terre dell’agroerocino. Ma questa è una storia che merita un racconto tutto suo…