Custonaci come Stonehenge!

Il solstizio d’invero è un momento di passaggio. E per certi versi magico. Da sempre segna la fine di un ciclo e l’inizio di una fase nuova all’insegna della rinascita e del trionfo della luce sulle tenebre. Quest’anno il sole si è “fermato”, raggiungendo il suo punto minimo, il 22 dicembre. Che è stato il giorno più corto dell’anno. Ogni quattro anni il solstizio d’inverno slitta infatti di un giorno rispetto alla data del 21 dicembre. Da questo momento in poi il sole tornerà quindi a crescere per effetto della rotazione della Terra sul suo asse. I solstizi, e quindi l’andamento delle stagioni, dipendono infatti dall’inclinazione dell’asse terrestre. Ma i nostri antenati questo non lo sapevano. Vedevano semplicemente il sole spostarsi. Raggiungere un punto minimo o massimo per poi tornare indietro. Ma su queste poche “certezze” hanno imparato ad organizzare le loro vite. In base all’altezza ed alla quantità di luce data dal sole. Ed ad ogni momento hanno dato un significato. E per regolarsi nello scorrere del tempo si sono dati anche dei punti di riferimento che gli studiosi hanno chiamato “calendari di pietra”. Che di fatto, attraverso dei fori, inquadravano il sole in un dato periodo dell’anno. A Monte Sparagio ne sono stati individuati più di uno. Uno di questi è un trilite la cui parte centrale è allineata con il sole al tramonto nei giorni dei solstizio d’inverno. Regalando, nuvole permettendo, una scena davvero suggestiva. E’ stato ribattezzato “La Porta del Sole” ed è stato scoperto Memmo Gambina, escursionista e profondo conoscitore davvero ogni pietra di questa nostra stupenda terra. Ha segnalato il tutto ad Alberto Scuderi, uno degli autori del libro “La civiltà del sole in Sicilia”. Alla fine gli studiosi di archeoastronomia hanno confermato come si tratti di un calendario di pietra. Nel territorio di Custonaci ci sono diversi siti come questo. Addirittura un trilite è anche presente del quadro della Madonna di Maria Santissima di Custonaci. Un altro monolite ha invece la forma di un cavallo. Da qui il nome di Pegaso. Insomma, da queste parti ci sono tante di quelle pietre misteriose da poter quasi definire Custonaci la Stonehenge della cuspide della Sicilia Occidentale. Come ovvio ci sarebbe tanto da approfondire e studiare. Per poi raccontare e condividere col mondo la storia millenaria di questa terra. Da sempre culla di vita e civiltà. Dove il sole, allineandosi con il “mirino” formato da tre grandi massi perfettamente orientati col tramonto del solstizio d’estate, riesce ad “immortalare” un momento unico. Emozionando e dando perfettamente il senso di questa fase di passaggio. Di rinnovamento. Di rinascita. Con i migliori auspici per tutto.

Mario Torrente