Villino Nasi e “Lo Scoglio” dei tramonti

di Mario Torrente

Questo è il Villino Nasi. È uno dei simboli di Trapani che ci riporta indietro nel tempo. Quando in città c’era un politico molto amato dai trapanesi. E furono proprio loro a donare a Nunzio Nasi questa “Casina” in stile art noveau, costruita alla fine del 1800 negli scogli compresi tra la Colombaia e Torre di Ligny, davanti allo scoglio Palumbo con il suo faro tutto bianco. Un punto decisamente unico, da dove si può cogliere tutta la bellezza della città ed il suo legame con il mare. Qui le prospettive si allargano verso l’orizzonte, con da un lato l’Africa, dall’altro l’Europa. In mezzo c’è questa lingua di terra con il suo Villino che fu dell’unico politico trapanese che arrivò a ricoprire la carica di ministro. In queste mura c’è più di un secolo di storia. Per certi versi dimenticata. Di sicuro c’è che l’antico edificio è chiuso al pubblico da un bel po’, inutilizzato, con gli infissi malconci. Eppure è un pezzo di autentica trapanesità, ma che non appartiene alla città. Sì, perché il Villino Nasi, con il suo giardino sul mare dove si incontrano i venti che soffiano nel Mediterraneo, è di proprietà del Libero Consorzio comunale. L’ex Provincia di Trapani, per intendersi. Uno dei monumenti simbolo della città falcata, non è quindi di proprietà del Comune di Trapani. Che per la verità nei mesi scorsi ha provato ad averlo affidato per valorizzarlo per come merita. Ma al momento è tutto fermo. Col Villino che resta, quindi, con le porte chiuse. Quanto meno di recente si è aperto il cancello del giardino e questo grazie al bel locale vista mare realizzato nella ex casa del custode. E questo è già un primo passo. Resta però da capire cosa fare del Villino, della piccola cappella e del viale che arriva fino agli ultimi scogli di Trapani. Dove ancora si vedono i resti del relitto della nave “Città di Trapani” (originariamente “Città di Marsala”) e del “Piraino”, uno dei tre rimorchiatori usciti in mare per soccorrere il piroscafo sballottato dalle onde sugli scogli, ma che alla fine si incagliò, affondando assieme al “Citta di Trapani”. In quel naufragio, a pochi metri dalla città, morirono sei mersone. Qualche pezzo in ferro delle navi si vede ancora oggi. Insomma, da queste parti c’è tanta storia da raccontare, a partire da quelle dell’illustre politico trapanese, passando per i racconti di uomini e navi che hanno navigato in questi mari. E poi c’è la bellezza di questo “Scoglio”, da dove si possono ammirare gli scorci più belli sulla città. E sulle isole Egadi. Il momento più bello è sicuramente al tramonto, con il sole che calando si immerge in un periodo dell’anno sul lato del Tirreno, nell’altro sulle acque del Mediterraneo. Questo angolo della Sicilia, da sempre, è infatti luogo di incontro. Di popoli e culture. Di religioni e merci. Di mari e venti. Di meraviglia. E di colori. Sì, colori! Perché qui il crepuscolo è qualcosa di unico ed irripetibile. La luce non è mai la stessa e può cambiare più volte durante la stessa giornata. Ci sono le isole e lo scoglio Porcelli all’orizzonte. E le onde che un giorno accarezzano la costa, un altro sembrano invece flagellarla. Qui tutto dipende dagli “umori” del mare, con il tridente di Nettuno che sembra orientare il gioco delle correnti proprio da questa ultima linea di scogli. Punto di inizio e di fine al contempo. Ed al tramonto, tra il sottofondo della risacca ed il “canto” dei gabbiani che volteggiano tra cielo e terra, scoppia la magia dei colori, che in base al tempo regalano un autentico spettacolo in un gioco di riflessi dall’acqua arrivano fino alle nuvole, con autentiche pennellate dalle più svariate tonalità. E se è bel tempo, ecco arrivare il glicine, con una prospettiva che da qui è davvero a 360 gradi. Dal Villino Nasi si può cogliere tutta la grande bellezza di Trapani e dintorni. E della montagna di Erice che prende le più svariate tonalità. Ancora di più se col caratteristico cappello, quell’abbraccio della dea d’amore che si dice che sia nata proprio dalla spuma del mare. Il tutto regala una cascata di emozioni, molto apprezzata dai visitatori, che restano letteralmente incantati dalla semplicità che diventa meraviglia. Un po’ meno dai trapanesi, che sono talmente abituati alla bellezza della loro terra che il più delle volte nemmeno ci fanno caso. C’è chi, invece, al tramonto si da appuntamento da queste parti. Per fare una passeggiata e godersi il tramonto con annessa ora blu. E nei tempi dei social, è tutto un susseguirsi di foto che finiscono con l’essere postate sulla Rete. Facendo galoppare, a suon di like e condivisioni, le più belle immagini della città. Scatti che rappresentano un vero e proprio patrimonio. Da conservare ed utilizzare. Magari con l’obiettivo di creare un vero e proprio brand in chiave turistica. Rilanciando una offerta di qualità. Unica nel suo genere. E che ben si inserisce nella nuova offerta per i visitatori. Dove si parla sempre più di instawalk e di tour sensoriale ed emozionali. E non c’è nulla di più sensoriale ed emozionale dei tramonti trapanesi. Ancora di più se in certi punti strategici. Piuttosto, visto che il Villino Nasi è chiuso ed inutilizzato, perché non pensare di farne una sorte di “Museo dei Tramonti”. Già questa “formula” crea di suo un certo appeal. Poi al suo interno si potrebbero allestite delle sale espositive, anche con video materiale multimediale oltre che le classiche e indispensabili stampe, alternando di volta in volta gli scatti dei fotografi e degli appassionati che hanno immortalato tutto il fascino dei tramonti trapanesi. Quei trapanisunset che ogni sera lasciano col fiato sospeso quanti si fermano un attimo ad osservare il sole mentre va calando. Respirando e nutrendo l’anima. Al contempo, regalando condivisione e promozione del territorio. In questo modo, oltre a fare vedere ai turisti la bellezza raccontata dai colori del crepuscolo, si potrebbe dare a tanti la possibilità di vedere esposte le loro foto. Facendo così tornare a vivere un luogo che da anni attende di rinascere a nuova vita. Chissà, magari il “Museo dei Tramonti” potrebbe portare bene all’intera città. Segnando un nuovo inizio….