Bosco da salvare, parte seconda

C’è gran fermento in questi giorni per i sentieri del bosco di Erice. Il grande albero, che ostruiva il passaggio impedendo di accedere al ponticello in legno, è stato rimosso. Purtroppo la grande quercia, completamente avvolta dall’edera, è venuta giù nei mesi scorsi. La stessa sorte hanno avuto molti alberi di questo stupendo bosco. E tanti altri sembrano destinati a cadere, trascinati a terra dal peso dei rami e dall’edera. Sempre che non si intervenga per tempo, con un po’ di manutenzione, salvando così questo ultimo polmone verde. C’è un progetto, curato dall’assessore Gianni Mauro, che è stato presentato alla Regione dall’amministrazione comunale. Aspettiamo. E vedremo. Intanto in queste settimane si sta dando un segnale di attenzione per quest’area verde dall’alto potenziale. Intanto Giacomo Coppola, assieme a due bravi motoseghisti dell’Azienda Foreste messi a disposizione dal dirigente provinciale Giuseppe Giarrizzo, sono riusciti a liberare il passaggio, togliendo il grande albero. Un intervento non facile considerata la dimensione della pianta. Un vero peccato che sia venuta giù.

Quella quercia segnava il punto di ingresso nel sentiero delle mura. Dando quasi il benvenuto in questa oasi naturalistica. Decisamente da difendere e valorizzare. Pochi giorni addietro sono state infatti rimosse le erbacce che si trovano sotto le mura elimo-puniche. Ripulita dalle sterpaglie anche la zona sotto le chiese di Sant’Antonio e Sant’Orsola. Questi interventi si vanno ad aggiungere all’iniziativa di un gruppo di muntisi che ha liberato i passaggi nella parte del bosco che si trova tra porta Carmine e porta Spada, riaprendo vie che erano ostruire da anni. Insomma, adesso si può camminare nel bosco percorrendo il fitto reticolo di percorsi completamente avvolti nel verde. E credetemi, passeggiare tra quegli alberi all’ombra delle millenarie mura ciclopiche regala una esperienza sensoriale unica.

Una passeggiata che diventa un vero e proprio trekking con la “T” maiuiscola scendendo lungo il sentiero di Porta Castellammare. Qui si entra nei sentieri Cai, che sono stati ripuliti grazie ad uno stanziamento dell’amministrazione comunale che ha permesso di sistemare i percorsi che permettono di percorrere l’anello che si sviluppa attorno al Monte, passando da un versante all’altro della montagna, passando dal blu del golfo di Bonagia alla falce di Trapani che si allunga verso il mare delle isole Egadi. Panorami spettacolari sempre più apprezzati dagli escursionisti e che rappresentano una risorsa per lanciare i turismo outdoor ad Erice. Un settore che si sta affermando sempre più in tutto il mondo, con diverse attività a partire dal trekking, la mountain bike e l’orienteering.

Intanto con tutti i sentieri ripuliti (tra quelli del Cai, l’itinerario delle mura elimo-puniche ed il percorso del bosco) adesso si potrà andare in escursione in tutta tranquillità e sicurezza, godendo della bellezza della montagna che fu della dea dell’amore. Certo, l’importante sarà tenere i sentieri puliti e fare la necessaria manutenzione. Nell’attesa che prima o poi scattino i lavori di sistemazione del bosco, per liberare gli alberi dall’edera che ne avvolge tronchi e rami. E pulire tutto il sotto bosco. Solo così l’ultimo polmone verde della vetta del Monte potrà rinascere. Segnando un nuovo percorso per Erice e la sua gente. Sono loro i veri custodi della bellezza e di tutto il carico di storia e leggenda che avvolge questo posto unico al mondo. Una capsula del tempo capace di regalare un viaggio sensoriale tra natura e mito che inizia proprio dal suo bosco. Qui è possibile sfogliare le prime pagine del libro di pietra che inizia proprio da questi sentieri. Chi si è fatto un giretto con me sa di cosa parlo. Per gli altri c’è sempre tempo per raccontare e condividere emozioni e meraviglia…

Mario Torrente