Quando il Tricolore sventolò da Palazzo Cavarretta

Oggi festeggiamo la nascita della Repubblica, decisa dagli italiani nel Referendum del 2 giugno 1946 per scegliere quale forma di governo dare al paese dopo i vent’anni di dittatura fascista: o restare una monarchia o diventare una repubblica. Fu la prima volta che si votò con il suffragio universale. Vinse la Repubblica anche se nel Meridione ci fu una prevalenza di preferenze per la monarchia. La provincia di Trapani fu una delle poche del Sud a votare in maggioranza per la Repubblica. Che si affermò nettamente in tutto il Nord. Alla fine con quasi tredici milioni voti vinse la Repubblica. La Monarchia si fermò a dieci milioni e 700 mila preferenze. In percentuale, poco più del 54 per cento e quasi il 46. Uno scarto dunque di due milioni di voti con il Nord a favore della Repubblica, il Sud più per la Monarchia anche se con qualche eccezione, come la provincia di Trapani, che fu una delle poche dove la maggioranza dei cittadini si schierò per la Repubblica. Già un secolo prima nel cuore del trapanesi cominciarono a pulsare i valori del patriottismo, non volendo più saperne dei Borboni, che però con i siciliani ebbero sempre un occhio di riguardo, esentandoli dal servizio militare obbligatorio e dando impulso allo sviluppo economico ed alle opere pubbliche. Il Regno delle due Sicilie era uno stato moderno e tutt’altro che arretrato. Ma in quegli anni si andavano affermando nuove idee e nell’isola cominciava a soffiare il vento dell’unità d’Italia. A Trapani c’era voglia di tricolore, che sventolò per la prima volta nel pennone di Palazzo Cavarretta il 30 gennaio 1848. L’Unità d’Italia si fece venti e passa anni dopo, nel 1861 con Torino capitale del regno. E le aspettative dei siciliani furono in gran parte deluse, con tanti giovani tolti alle loro famiglie ed lavoro dei campi per indossare la divisa da soldato. Le cose andarono per come sappiamo. Poi ci furono due guerre. Nel mezzo un ventennio di dittatura. E dopo lo sbarco delle forze alleate, tra le macerie delle bombe e la fame del popolo siciliano, ridotto allo stremo, per un po’ si parlò di uno stato indipendente nell’isola. Ma alla fine la Sicilia rimase italiana, con una autonomia mai del tutto attuata. E tante aspettative rimaste tali. Ma resta l’importanza dei valori e dei principi portati in dote dalla Repubblica. A partire dalla democrazia e dalla libertà. Perché comunque, nonostante tutto restiamo liberi di potere scegliere. E non ci dobbiamo inchinare davanti a nessuno sovrano. Poi può capitare di scegliere male o di non fare un buon uso dei diritti. O infischiarsene dei doveri per poi dare la colpa di tutto ai politici. Che sono l’esatto riflesso dei cittadini che li hanno scelti. È la democrazia! Che non sarà il metodo perfetto di governo. Ma al momento resta l’unico in grado di assicurare un bel po’ di diritti e soprattutto la libertà. Che resta sicuramente la cosa più importante per ognuno di noi. In base all’uso che se ne fa deriva tutto il resto…
Ps: Palazzo Cavarretta per anni ha ospitato il Senato della città. Oggi è al sede del Consiglio comunale, che è l’organo che rappresenta tutti i cittadini. Da secoli è la “casa” della politica trapanese ed il simbolo delle istituzioni repubblicane, con la bandiera Italiana che sventola sotto le statue della Madonna di Trapani, Sant’Alberto e San Giovanni Battista. È un bel palazzo. Il luogo preposto all’esercizio della democrazia. Che al momento resta il miglior sistema di governo finora sperimentato. Anche se con tutti i suoi limiti e le distorsioni, che fanno comunque parte della natura umana…
Mario Torrente