L’ora blu dall’isola di Sant’Antonio

L’ora blu guardando verso lo scoglio Palumbo, il faro di Trapani e l’isola di Levanzo da quella che un tempo era l’isola di Sant’Antonio. Qui anticamente sostavano le navi per un periodo di quarantena. Allora una delle minacce per la popolazione era la peste, la morte nera che arrivava dal mare. Successivamente venne realizzato il Lazzaretto per come lo conosciamo noi oggi. L’isolotto prese il nome da una cappella che secondo la leggenda alcuni marinai fecero costruire in onore di Sant’Antonio dopo che avevano mangiato uno dei maiali allevati dai monaci devoti al Santo. Monaci che a Trapani si occupavano della cura dei malati nell’ospedale dedicato a Sant’Antonio, considerato il protettore degli animali domestici. Tant’è che in molte rappresentazioni viene raffigurato con un maiale tra le braccia o accanto. Secondo la leggenda i marinai di una nave straniera catturarono uno dei maialini, al tempo lasciati liberi di scorrazzare per la città, e lo mangiarono nonostante gli avvertimenti di alcuni pescatori trapanesi che si erano accorti dell’accaduto. Ma i marinai, facendosi beffa del monito dei pescatori, cucinarono lo stesso il maialino, che però non riuscirono a cuocere nonostante tutta la legna utilizzata. Decisero di mangiarlo ugualmente, ma furono subito colti da un fortissimo bruciore allo stomaco. Al punto che dovettero gettarsi in mare per trovare sollievo da quelle vampate di calore. Tra l’altro Sant’Antonio proteggeva i marinai dal fuoco. Il rischio di incendio nelle barche, fatte in legno e con materiali altamente combustibili come la pece, era altissimo. I marinai, pentiti per quanto avevano fatto, chiesero perdono al Santo facendo una colletta per costruire una cappella da dedicargli nell’isolotto dove mangiarono il maialino. Oggi quello scoglio è un tutt’uno con la terra ferma ma nel lato che si affaccia verso la Colombaia ricorda ancora, con il suo arenile, purtroppo invaso da rifiuti, l’antica forma dell’originario isolotto. Perché vi ho raccontato questa storia? Semplice, per ricordarvi che a Trapani in ogni angolo c’è qualcosa da narrare. Tra storia e leggenda. In questo caso partendo semplicemente dalla foto di un crepuscolo da un punto di una bellezza spiazzante…

Mario Torrente