San Nicola e le origini di Santa Claus

Oggi è la Festa di San Nicola, protettore dei bambini, delle fanciulle e dei marinai. È considerato il “Santo dei doni”, che un tempo portava i regali ai più piccoli. Ma a patto che fossero stati bravi. La notte tra il 5 ed il 6 dicembre in molti paesi europei, come in Olanda, era atteso l’arrivo di Sinterklass, vestito di rosso, con la barba ed i guanti bianchi ed il bastone. Vi ricorda qualcuno? Certo che sì: “Santa Claus”, che deriva esattamente da San Nicola.

Le origini di Babbo Natale sono infatti da ricercare proprio nel Santo dei doni. La sua storia inizia a Mytra, in Turchia per attraversare, poco dopo l’anno mille, il Mediterraneo e sbarcare a Bari. Dove sono conservate le sue reliquie. La sua fama, alimentata dal racconto di tanti miracoli, molti incentrati sui bambini, nei secoli si diffuse in tutta Europa, dove mise radici l’usanza di fare doni ai bambini il 6 dicembre. Anniversario della sua morte.

Con l’avvento del Protestantesimo, nel Nord Europa San Nicola diventò “Claus”. Variante germanica proprio di Nicola. Nell’Ottocento, in America, l’uomo con la barba bianca, vestito di rosso, prese infine il nome Babbo Natale. Ma tutto ebbe origine dalla storia del vescovo di Mytra che salvò tre fanciulle dalla prostituzione donando al padre delle ragazze del denaro per la loro dote. Permettendo così di farle prendere in sposa. Le tre sfere gialle presenti nelle sue rappresentazioni ricordano proprio questo episodio.

Sono le famose doti di San Nicola, che oggi saranno riproposte durante la cerimonia che si terrà nella proto basilica di Trapani. Una delle chiese più antiche e belle della città, le cui origini risalgono all’epoca Bizantina. Attorno al 530 dopo Cristo. Questa fu la chiesa della famiglia Chiaramonte, che accolse l’imperatore Carlo V. Assieme a San Lorenzo fu in lizza per diventare Cattedrale di Trapani. Si dice che in epoca pagana qui sorgesse il tempio di Nettuno. Al suo interno si trova ancora la fonte battesimale portata da Carlo V al ritorno dalla Tunisia. E sottoterra si possono ancora visitare le antiche catacombe. Dove, davanti ad un loculo, si vede chiaramente una piccola immagine di San Nicola con un mazzo di fiori ed una luce votiva.

Nelle cripte delle chiese intitolate a San Nicola venivano infatti sepolti i bambini. Una caratteristica presente praticamente in tutti i paesi e città a religiose cristiana. Trapani compresa. Dove, la devozione per il Santo dei doni ha preso la forma di una maestosa proto basilica, nel bel mezzo dell’antico “quartiere di mezzo”. Uno scrigno di storia e fede per certi versi tutto da scoprire. E da raccontare. Ma l’immagine Di San Nicola si trova in vari angoli del territorio.

A Monte Cofano, lungo il sentiero che dalla Torre di San Giovanni porta alla Tonnara del Tuono, c’è una edicola votiva dedicata a San Nicola immersa nei silenzi in uno dei punti più belli del litorale trapanese. Un’immagine bellissima, incastonata nella montagna, con il Santo rappresentato con tre bambini ai piedi. Guardando verso il mare. A protezione dei marinai che navigano in quelle acque che dividono il golfo di Bonagia da quello di Macari. Ma un San Nicola si trova ovunque, come ad Erice. Dove c’è una località intitolata proprio al protettore dei bambini e delle fanciulle. Oggi, in occasione di questa solennità così antica e radicata in tantissimi paesi del mondo, anche se con nomi e “personaggi” apparentemente diversi, ho provato a condividere con voi la storia, ed i nostri luoghi, del Santo dei doni. Tanti auguri a tutti i Nicola. Con l’auspicio che sappiate essere portatori di tante cose buone per i bambini che hanno sempre bisogno di credere in qualcosa in grado di stupirli. E di sognare… compresi quelli un po’ avanti con gli anni…

Ps: restando in tema di stupore e atmosfera natalizia questo pomeriggio alle 19, nella chiesa di San Nicola, sarà inaugurato il Regio Presepe monumentale di Jaemy Callari  e Roberta Fontana, che dopo Erice dall’anno scorso è allestito anche a Trapani. Proprio all’interno della proto basilica. Una rappresentazione della natività che, da quanto l’ho vista per la prima volta anni addietro in un cortile ericino, mi ha sempre affascinato. E di volta in volta continua a stupirmi, con il mio amico Jaemy che riesce sempre ad inventarsi qualcosa di nuovo e riuscendo, con l’abilità delle sue mani ed il carico di fede portato in dote nel cuore, a catapultare l’immaginazione di chiunque tra i pastorelli ed i tanti personaggi del presepe ambientato nelle nostre suggestive location… un vero e proprio dono per tutti…

Mario Torrente