Di Roberta Zaccarini Fazio
Nero e Verde. Faggi, castagni e pini secolari emanano profumi che si mischiano a quello della lava bagnata di pioggia. I colori sono quelli che si imprimono nella memoria: Il nero profondo, le mille tonalità di verde, l’oro delle felci. Sono paesaggi della terra vulcanica.
L’autunno è protagonista di questo trekking. Partiamo da Piano Provenzano inoltrandoci subito nel bosco. Il silenzio lascia spazio solo ai rumori della natura. Camminiamo nella bellezza improvvisamente il paesaggio muta. Siamo subito attratti da uno spettacolo che si è materializzato nell’ottocento quando è arrivata la colata lavica che abbiamo davanti e su cui i nostri passi rimbombano con uno strano effetto. Montagne di lava ci circondano in un paesaggio spettrale. Un po’ ovunque vediamo la lava colorata di muschi che cercano timidamente di colonizzare questo mondo senza vita.
Inframezzati qua e la restano vivi gruppetti di alberi con il loro micro ambiente incredibilmente immoto rispetto a tutta la distruzione che li circonda. Qui sentiamo la possenza del Vulcano. Lui ci sovrasta. Alle nostre spalle un pennacchio bianco si innalza nell’azzurro. Sembra dirci: io ci sono. Ma non c’è ne affatto bisogno, il vulcano è in ogni spazio attorno a noi.
Camminando incontriamo tutta una serie di vulcanelli che formano una “bottoniera”, nata dall’aprirsi di una faglia durante l’eruzione. Saliamo e scendiamo sulle fantastiche forme create dalla lava. A meta del cammino incontriamo “la Grotta dei Lamponi” la più grande che si sia formata per scorrimento della lava. Appena dopo il primo tratto sotto un crollo del tetto ci attrae il rosso di un gruppetto di coccinelle, nessuno sa spiegarsi cosa facciano lì.
Ci inoltriamo nel ventre della terra, sentiamo l’aria rarefarsi e la pesantezza dei nostri respiri. Immersi nel buio, trafitto dalle lame di luce delle torce, scorgiamo intorno a noi un mondo scuro e sconosciuto, pieno di strane forme. Sentiamo una certa apprensione fino a quando dietro una curva la luce irrompe di nuovo a colorare il nostro mondo.
Camminiamo e di nuovo il paesaggio improvvisamente muta e ci circonda di pini secolari che si stagliano alti nel cielo, la pineta Ragabo. Nel sottobosco le felci e sotto i nostri piedi foglie multicolori come un tappeto che ovatta il nostro andare.
Il passo è leggero dentro al bosco, mentre inondati da una luce velata torniamo. Dentro di noi un’esperienza sensoriale fantastica. Il vulcano non si farà dimenticare.
I numeri del Trekking CAI Sottosezione di Erice di Piano Provenzano – Etna Sud
15.00 km di percorso
543 m. Salita – 943 m. Discesa
PH: Vincenzo Fazio e Zaccarini Roberta Fazio