La Torre delle meraviglie

Seicento anni di storia custodite tra mura antichissime arrivate praticamente intatte ai giorni nostri. Scalinata compresa. Nel cuore del centro storico di Trapani “resiste”, solitaria e silenziosa, la torre campanaria di San Domenico. E’ il punto più alto della città, costruita assieme alla chiesa ed al convento su un promontorio a circa undici metri dal livello del mare. Che sono davvero tanti in una lingua di terra a forma di falce circondata dall’acqua e spesso e volentieri flagellata da quelle onde che sembrano quasi entrare fin dentro le strade per passare dall’altro lato. Per di più a ponente costruita guadagnando spazio sul mare, tra scogli ed il basso fondale. Due quartiere, San Lorenzo e San Francesco, sono venuti su così a partire dal 1200. L’originario nucleo abitato era invece compreso tra rione San Pietro e San Nicola. Successivamente diventato il quartiere di mezzo. Qui, nel lato settentrionale di quella che un tempo era un’isolotto quadrangolare presidiato da quattro torri in ogni suo angolo, si erge, alta ed elegante nonostante gli anni, il campanile di San Domenico, chiesa del 1300 che custodisce secoli di storia trapanese. Tra i suoi tesori c’è un crocifisso in legno considerato miracoloso dalla popolazione. A San Domenico sono custodite le spoglie di Manfredi, il figlio di Federico III d’Aragona, morto nel 1318 nella campagne trapanesi dopo essere caduto da cavallo. A San Domenico, che successivamente fu elevata al rango di cappella reale, sono sepolti anche Tebaldo II di Navarra e sua moglie Isabella, che morirono a Trapani nel 1270.

Attigua alla chiesa c’è l’ex convento dei domenicani, che arrivarono a Trapani attorno al 1200 di ritorno dalla Terra Santa. Ai padri domenicani, sembrerebbe di origine spagnoli, re Giacomo d’Aragona concesse una cappella che si trovava nel punto più alto della città. Nel 1300 la cappella fu ampliata e venne costruito il convento, dotato di ben due chiostri. Un complesso grandissimo, restaurato negli anni passati, ma ancora inutilizzato. Eppure un sito del genere si presterebbe ad una miriade di attività, candidandosi a diventare uno dei polmoni culturali della città. Anche perché al suo interno c’è una delle meraviglie trapanesi. Uno di quei tesori che meritano di essere visitati. Uno scrigno che al suo interno prende le forme di una conchiglia: la torre campanaria ottagonale, realizzata nei primi del 1.400, con la caratteristica scala elicoidale in pietra arenaria. Dai 67 scalini a chiocciola, posizionati in base ad una tecnica costruttiva trapanese, si arriva sulla cima della torre, dove ancora si trova l’originaria campana. Che però non suona più. Da qui si può ammirare un panorama unico su Trapani. Dal lato di ponente, quello dove c’è la campana, la prospettiva è tutta sul centro storico, con la scena dominata dalle cupole della cattedrale di San Lorenzo e della chiesa di San Francesco. Splendide e maestose, ancora oggi in perfetto equilibrio con il contesto urbano. Sempre nel lato di ovest, proprio davanti al campanile, spiccano invece le rotondità della vicinissima protobasilica di San Nicola. Qui la copertura dell’altare centrale sembra quasi ricordare le forme di una moschea.  Alzando lo sguardo verso l’orizzonte, le isole Egadi chiudono la scena segnando la zona di confine tra il cielo ed il mar Maditerraneo. Più piccolina, ma verso sud, spicca, anch’essa con un luccicante verde smeraldo come per San Lorenzo e San Francesco, la cupola della chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, dove sono custoditi i gruppi della processione dei Misteri. A Sud, da una finestrella, si vede chiaramente la cupola della chiesa di San Pietro mentre a Levante la scena è tutta sul centro abitato di Trapani fino alla montagna di Erice. A Nord la vista si apre invece sul mare di tramontana, con il giallo dei tetti della case e dei palazzi che sembra quasi diventare un tutt’uno in un unico tappeto.

Insomma, un vero e proprio spettacolo a 360 gradi che permette di abbracciare la città da una prospettiva unica. La sensazione, ammirando il panorama su Trapani dalla cima della torre campanaria di San Domenico, è di stare su una capsula del tempo che è riuscita ad attraversare indenne ben seicento anni di storia. Scampando ai bombardamenti della seconda guerra mondiale ed ancora prima a secoli di conflitti e passaggi di consegne tra vincitori e vinti. E sopravvivendo, più di recente, alla voglia di demolire le “cose vecchie” per “aprire” spazi o ricostruire nuovi palazzi. Lasciando ben poco della città antica. Delle sue mura e bastioni così come dei tanti storici palazzi, fontane, monumenti. Tutta l’anima, con annesso corredo, della Trapani che non c’è più.  Ma la scalinata a forma di conchiglia che porta sul tetto della città ha resistito allo scorrere del tempo ed al passaggio degli uomini. Se ne sta ancora lì. Maestosa e silenziosa, in attesa di potere rinascere a nuova vita. Pronta a regalare tante emozioni con la sua vista da incanto. E la miriade di storie custodite tra le mura ottagonali ed in ognuno di quei 67 scalini. Che sembrano davvero condurre il visitatore in chissà quale epoca. O semplicemente in un luogo senza tempo. Forse è proprio questo che la rende la torre delle meraviglie.

Mario Torrente

 

Il panorama sui tetti della città dalla torre campanaria di San Domenico

 

(foto Mario Torrente)