La notte a spasso nel bosco di Erice

Passeggiare di notte in un bosco regala momenti di autentica magia. L’oscurità stimola i sensi, spalanca le porte alla fantasia ed esorcizza le paure insite nell’animo umano. Un viaggio sensoriale che può diventare una cascata di emozioni se l’escursione notturna viene fatta dalle parti di Erice. Tra le mura elimo puniche, che ci riportano indietro di millenni ed alla mitica mole dei ciclopi capaci di sollevare i grandi blocchi megalitici, ed i panorami mozzafiato che si possono ammirare dalla cima del Monte che fu della dea Venere. Qui, ad un tiro di schioppo dal frastuono e dallo stress delle città moderne, è possibile immergersi nel verde di un bosco che sembra abitato dai fatuzzi. E da chissà quali altre creature che un tempo popolavano  i racconti degli anziani ai più piccini nelle notti di nebbia fitta. Già, la nebbia. Che qui rende tutto ancora più magico. Suggestivo. Avvolgente. E tremendamente affascinante. Che dire poi del respiro del bosco, alimentato dal vento che si insinua tra alberi e rami. Amplificando suoni ed emozioni.

Il “bagno” nel polmone verde di Erice inizia da porta Carmine, toccando diversi  punti della montagna di Erice, a partire dalla cinta muraria, per passare dal piede del Diavolo e dal Quartiere Spagnolo. Con le tante leggende e le storie che aleggiano attorno al borgo medievale. Scendendo da stretti sentieri, mulattiere e scalette. Respirando a pieni polmoni e inebriando i sensi con il profumo della terra, meglio se ancora bagnata dalla pioggia di qualche ora addietro Un “viaggio” fatto anche di odori e delle tantissime essenze che accompagnano il trekking notturno. Immergendosi nei silenzi del bosco antico. Qui, tra gli alti alberi e la folta vegetazione. Con le torce che illuminano gli angoli più bui del Monte, dando quasi l’effetto di tante lucciole nell’oscurità.

Un cammino caratterizzato, nelle notti senza nebbia, dai panorami mozzafiato sulla falce di Trapani illuminata dalle luci della città per passare sotto il Castello di Venere e proiettarsi sul golfo di Bonagia per poi risalire fino alla Torretta Pepoli. O proseguire per i Runzi per dirigersi verso il sentiero di porta Castellammare. O la vecchissima chiesa rupestre di Sant’Ippolito. In entrambi i versanti, o quello trapanese o quello dell’agroericino, un altro spettacolo di madre natura può  arrivare dalla luna, col suo chiarore con la gobba a Ponente se in fase di riempimento. O a Levante dopo il plenilunio. Sempre nebbia permettendo. Quando arriva l’abbraccio di Venere, ogni scena si chiude per proiettare i sensi verso una nuova introspezione. Ed ogni tanto fa bene fermarsi per meditare. Respirare. Ricaricare corpo e mente. Il regalo più grande che può fare il cammino in un bosco durante la notte.

Mario Torrente