L’Equinozio da Porta Carmine

Nei giorni dell’Equinozio di Primavera ad Erice il sole tramonta “dentro” Porta Carmine. Nel periodo a cavallo con la data del 21 marzo il nostro astro regala un suggestivo effetto con l’antica via di accesso per il borgo medievale. Un luogo unico, autenticamente tra mito e storia. Regno di bellezza e amore. Tant’è che da sempre questa montagna incantata è da sempre accostata all’immagine femminile: anticamente la dea Venere, ai giorni nostri alla Madonna di Custonaci. Culto che incarna oltre cinque secoli di vera devozione in tutto il territorio dell’Agroericino.

Erice è un posto tutto da scoprire. Osservandone ogni angoli, meglio se quelli più remoti. “Ascoltando” i suoi silenzi. E lasciandosi trasportare dalle emozioni. Che arrivano in ogni momento: quando il paese è avvolto dalla nebbia, che qui chiamano l’abbraccio di Venere, o semplicemente godendosi i panorami mozzafiato sulla città di Trapani o sul golfo di Bonagia. Ed ogni versante ha il suo momento top. Quello trapanese è tutto per il tramonti, con l’esplosione dei colori al calare del sole dietro le isole Egadi o direttamente sul mare in base al periodo. L’altro lato, che invece guarda su Monte Cofano, regala albe mozzafiato. Qui la magia scoppia al crepuscolo, da dietro le montagne dell’entroterra, a partire da Sparagio, la cima più alta della provincia di Trapani con i suoi 1100 metri di altezza. “Viaggiando” tra queste due estremità c’è poi la scoperta dei tanti scorci ericini. Uno dei tratti meno battuti, ma da scoprire pietra dopo pietra tra postierle, torrioni e le misteriose lettere puniche, è il percorso delle  mura che da porta Trapani arriva più sotto a porta Spada. In mezzo c’è porta Carmine. Tre porte che segnano il ciclo delle stagioni. Quasi fossero dei veri e propri calendari. In questo periodo, tra fine marzo ed i primi di aprile, il sole, calando, si nasconde tra gli alberi del bosco, illuminando porta Carmine. Il varco che si trova nel mezzo delle millenarie mura Elimo-Puniche. Pensate un po’, risalgono al VIII-VII secolo avanti Cristo e nella base ci sono dei blocchi megalitici enormi. Talmente grandi che si dice che siano stati messi lì dai Ciclopi. Tant’è che queste mura sono anche chiamate Ciclopiche. Parliamo insomma di 2500 anni di storia, che affonda le radici nelle origini di Erice, che la tradizione vuole di origine Elima. Poi arrivarono i Cartaginesi. E via via i Romani, gli Arabi, i Normanni e tutti gli altri popoli che hanno messo piede in questa montagna. Compresi gli Angioini. Ed una delle porte di Erice ci porta indietro proprio a quando la cima del monte era presidiata dagli Angioini, che durante la rivolta del Vespro furono “passati a fil di spada” proprio nel piazzale antistante porta Spada. Che da allora prese questo nome. Tra l’altro, tornando al “viaggio” del sole lungo le mura, nelle prossime settimane il nostro si andrà invece spostando sempre più verso Nord. Nel frattempo le giornate si andranno allungando sempre più, fino al 21 giugno. Il giorno più lungo dell’anno, quello con più ore di luce e meno di buio. E per il Solstizio d’estate il sole, sempre al tramonto, sarà allineato con Porta Spada. Tornerà di nuovo davanti porta Carmine a settembre, per l’Equinozio di Primavera mentre a dicembre, nei giorni del Solstizio d’inverno, il sole si troverà più a sud, dalle parti di Porta Trapani.

Mario Torrente