Il triangolo delle «bermuda» in salsa trapanese

La Colombaia, il Villino Nasi ed il Residence marino. Le tre punte del triangolo delle “bermuda” (nel senso che ormai siamo ridotti in mutande da un pezzo) in salsa trapanese accomunate dallo stesso triste destino: risucchiate nel vortice del nulla, se ne stanno inutilizzati ed abbandonati nell’attesa di una svolta. Se e quando arriverà.  Chissà… Ma intanto la realtà è quella che è… e con queste premesse per il futuro c’è davvero poco da essere ottimisti.
La Colombaia, il famoso Castello di mare, continua a restare off-limits ed il suo tanto sbandierato restauro resta una chimera. Avrò scritto chissà quanti articoli sul suo recupero, su cosa farne, la promessa negli anni, sbandierata ai quattro venti, di restituire alla collettività questo storico immobile, simbolo di Trapani e del suo legame col mare. Ma in questi anni si è solo riusciti ad evitare altri crolli procedendo alla messa in sicurezza. Troppo poco. C’è un intero complesso da restaurare, a partire dalla antichissima Torre Peliade. Che spettacolo guardare la città dalla sua sommità. Per chi ha avuto la fortuna di arrivare fino in cima. Da un po’ la Colombaia è tornata poi ad essere illuminata di notte. Speriamo che duri. E qui ci fermiamo. In compenso si continuano a produrre fiumi e ponti di parole.
Poco vicino il Villino Nasi, tra il porto peschereccio, il Lazzaretto e Torre di Ligny. Posti che pulsano di trapanesità in ogni angolo. Fino a qualche tempo fa il Villino, costruito per volontà di Nunzio Nasi ed oggi proprietà della fu provincia regionale di Trapani, oggi Libero Consorzio dei Comuni (ancora, però, tutto da definire), era aperto al pubblico, il che permetteva di potersi concedere delle meravigliose passeggiate in questa lingua di terra che rappresenta a tutti gli effetti un giardino in mezzo al mare. Pensate un po’, c’è anche la descrizione dei venti… Ma dallo scorso autunno è tutto chiuso. La struttura necessità di urgenti interventi di manutenzione ed il Libero Consorzio dei comuni, rimasto senza fondi dopo la riforma (se così si può chiamare) della Regione, non ha le risorse necessarie  per la messa in sicurezza necessarie per riaprire il sito. Uno dei più belli della città. In questo periodo dell’anno da qui si posso ammirare dei tramonti da favola. Per me tra i più suggestivi, con il sole che “saluta” immergendosi sul mare in un trionfo di sfumature che vanno dall’arancione al glicine. Tra le ipotesi in campo ci sarebbe il passaggio del Villino Nasi al Comune di Trapani.
Si vedrà. Dalla parte opposta, dulcis in fundo, il Residence marino. Per tanti anni struttura destinata agli anziani. Poi convertita in centro di accoglienza per migranti. Ed adesso lasciata in condizioni di degrado e abbandono. La Regione vorrebbe cedere il tutto, patrimonio ex Ipab e personale, al Comune di Trapani. L’amministrazione del capoluogo si è però opposta al decreto emesso dal presidente della Regione, presentando ricorso al Tar visto che in questo modo le casse del Comune si sarebbero dovute fare carico del disavanzo del Residence marino. Nell’attesa di una decisione, la struttura è lasciata al suo destino. In condizioni di abbandono. E credetemi, anche di degrado, con i rifiuti che circondano il grande complesso., fin dentro la pineta tra mare e saline… Che peccato! Il luogo è sicuramente unico e per di più si affaccia in quella che un tempo era la spiaggia dei trapanesi, quando questo posto si chiamava isola Zavorra ed era raggiungibile solo via mare. E per farlo i trapanesi salivano a bordo del “Caronte”: da un lato c’era il porto di Trapani, dall’altro le saline ed i suoi canali navigabili, dove tra un mulino e l’altro si incrociavano schifazzi e muciare. Ricordi che riecheggiano la Trapani che non c’è più, di una città circondata completamente dal mare e da diversi isolotti. Di quel mondo antico, e delle sue isole, ormai non resta quasi più nulla. Se non dei monumenti che attendono di essere valorizzati e qualche relitto. Ma questa è tutta un’altra storia. Che vi racconterò presto…

Mario Torrente