Dentro la Torre di San Giovanni

Il punto è sicuramente strategico, con una visuale davvero d’eccezione: da un lato c’è il golfo di Bonagia e la montagna Erice, dall’altro le acque del mare di Makari e monte Monaco, che si affaccia a sua volta su San Vito lo Capo e lo Zingaro. Il luogo ideale, insomma, per costruire una  torre di avvistamento per prevenire gli attacchi dei nemici che arrivavano dal mare. Tant’è che nel giugno del 1595 venne edificato un presidio militare che per secoli fu tra i più importanti del litorale, tanto da guadagnarsi, nel luglio del 1805, un solenne encomio per l’attività per contrastare gli attacchi dei pirati. La Torre di San Giovanni, che domina il lato Nord delle pendici di monte Cofano, faceva parte del sistema di difesa delle coste siciliane voluto dai re spagnoli contro la minaccia turca. Le Torri, progettate per segnalare la presenza dei nemici al largo, comunicavano tra di loro tramite i “fani”, ovvero i fuochi di segnalazione di notte, di fumo durante il giorno, ma anche con lo sventolio di bandiere e con lo sparo di armi da fuoco, in modo da non farsi trovare impreparati organizzando da subito la difesa del territorio. Un vero e proprio sistema di allarme sorto alla fine del sedicesimo secolo e che vide impegnati due architetti toscani, Tiburzio Spannocchi e Camillo Camilliani, che su incarico dei sovrani spagnoli fecero il periplo della Sicilia per individuare i punti strategici dove edificare i presidi militari. E percorrendo il litorale dell’isola ci si imbatte proprio nelle antiche  torri, molte delle quali hanno una forma simile: nel Trapanese se ne possono ammirare diverse, come quella di Marausa, di Nubia, Torre di Ligny, della Tonnara di San Giuliano, Bonagia, Makari, San Vito lo Capo, (successivamente adibito a Santuario) e Scopello, proprio per citarne alcune. Da ciascuna di questa postazioni, presidiata da guarnigioni composte solitamente da tre militari, un caporale e due artiglieri, era possibile inviare segnali, luminosi di notte  di fumo di giorno, per trasmettere un messaggio e chiedere aiuto.  La Torre di San Giovanni comunicava ad Ovest con quella di Bonagia, ad Est con Makari. Che a sua volta erano nella visuale di altri presidi. E così via. Ancora oggi è possibile visitare diverse di queste stupende strutture di avvistamento sorte secoli addietro per difendersi dalle incursioni dei corsari barbareschi. Tra queste c’è quella di San Giovanni, al cui interno si trova una esposizione con foto e pannelli informativi della Riserva naturale di Monte Cofano. La Torre si trova proprio nel bel mezzo del sentiero che da Cornino porta alla Tonnara di Cofano, nel versante che si affaccia sul golfo di Makari. Uno dei tratti di costa più belli della Sicilia occidentale, frequentato durante la bella stagione da migliaia di turisti. Partendo da Cala Bukuto, proprio davanti “lo scivolo”, rinomata località balneare di Cornino, è possibile intraprendere una passeggiata in un’oasi di pace, tra macchia mediterranea, il sottofondo delle onde che si infrangono sulla costa sottostante e la maestosità della pareti a strapiombo di monte Cofano, montagna di una bellezza spiazzante, che dalla sua cima, a poco più di seicento metri di altezza, offre un panorama a dir poco mozzafiato. Le emozioni, in vetta come alle pendici, sono assicurate. Una volta dentro la Riserva, dirigendosi verso Nord nel giro di trenta minuti, camminando a passo normale, ci si ritrova nella Torre di San Giovanni. Il posto colpisce subito per i suoi silenzi, rotti solo dal sibilo dal vento e dal suono della risacca sottostante, con le onde che si infrangono contro la scogliera. Poi ci sono i colori: il blu intenso del mare ed il celeste del cielo che nelle belle giornate diventando un tutt’uno, con la linea dell’orizzonte che si perde nell’infinito. Ed ancora il giallo del sentiero e quello della Torre, sovrastato dal verde della vegetazione e dal grigio della montagna. Dopo una breve risalita si raggiunge l’ingresso della Torre, accedendo, attraverso una scalinata, ad una grande stanza dove sono esposte foto e pannelli informativi della Riserva. Da due finestre, una nel lato di Ponente, l’altro a Levante, si vedono si vedono in profondità, rispettivamente, monte Erice ed il versante di San Vito lo Capo. Sotto la stanza, dove ancora si può ammirare la nicchia del camino, si trova la grande cisterna che serviva a raccogliere le acque piovane. Ma il vero spettacolo è tutto nella grande terrazza, dove i “torrari” lanciavano i segnali, da cui si accede da una scala in muratura, un po’ strettina e buia, che sembra venire fuori da chissà quale maniero dell’antichità. Ma una volta su è di nuovo il trionfo della luce, con una vista davvero d’eccezione sul mare. La brezza marina arriva fin quassù con un sapore tutto suo. Più inebriante del solito, complice, le pareti dolomitiche che da qui si innalzano verso il cielo creando una parete naturale per le salsedine che arriva dalla costa. Questo è il posto ideale dove fermarsi. Staccando tutto. Cellulare e pensieri compresi. Appoggiandosi al parapetto per concedersi alle carezze di madre natura. Non sembra proprio di stare in quelle che per secoli è stata una postazione militare. Eppure qui ci stavano soldati ben armati. Ed i fantasmi del passato sembrano riaffiorare dando le spalle verso il mare guardando in direzione della montagna. Sulla destra si nota una nicchia che ricorda la postazione di vedetta tipica delle strutture militari. La parte Sud della torre ha un piccola copertura che abbraccia tutto il lato che guarda verso la montagna. Un finestra posta al centro permette di creare delle cornici d’eccezione per qualche scatto fotografico. Così come nell’angolo dove si trova la nicchia della vedetta, che pulsa di antico in ogni sua pietra. Qui la prospettiva è racchiusa tra le pedici di Cofano, il blu del mare ed i lineamenti di Monte Erice. Nella parte opposta, a Bonagia, si intravede la Torre della Tonnara, molto simile a quella di San Giovanni, anch’essa arrivata ai giorni nostri dopo gli interventi di restauro fatti a suo tempo, ma più grande, anch’essa con una cisterna per l’acqua a pianterreno ma due stanze che portano ad una terrazza che si affaccia al piccolo porticciolo di quello che fu un borgo marinaro. E nelle due stanze è stato allestito un piccolo museo della tonnara con due plastici che riproducono fedelmente il sistema di reti per la cattura dei tonni. Poco sotto la torre resistono, ma non si sa per quanto ancora, i vascelli dell’antica flotta che da anni attendono di essere recuperati. Quella di Bonagia fu per tanti anni una importante tonnara, così come quella che si trovava lungo le pendici di Cofano, nel lato che si affaccia sul golfo di Makari e che si può raggiungere sempre a piedi proseguendo lungo il sentiero che da Cornino porta alla Torre di San Giovanni.  Dopo essere passati dalla cappella e dalla grotta del Santissimo Crocifisso, e da particolari punti come il “passo della zita”, si arriva alla Torre della Tonnara di Cofano, anch’essa risalente al sedicesimo secolo, mentre l’attività di pesca sembra essere ben più antica, attorno al 1400. La Torre di Cofano è l’unica in Sicilia ad avere pianta stellare quadra e le pareti concave. Una particolarità che permetteva alle spesse mura di resistere agli spari di cannone. È possibile visitare anche la Torre della Tonnara di Cofano, gestita, così come quella di San Giovanni,  dall’Azienda regione Foreste Demaniali della Riserva naturale orientata di Monte Cofano.

Mario Torrente