Camminare senza confini

Ci siamo inerpicati sul monte Kumeta sopra lo storico luogo di Portella della Ginestra e appena in vetta la vista sul lago di Piana Degli Albanesi ci ha lasciati senza fiato. La Stradella iniziale non ci faceva presagire l’indimenticabile cammino che avremmo fatto. Appena in cima siamo usciti dal sentiero per camminare sulle creste tra rocce e fiori d’ogni tipo, inebriati dal profumo del finocchietto selvatico misto ad altre erbe aromatiche, fino a raggiungere la vista della diga del fiume Iato. La luce di un giorno terso e assolato ci ha accompagnato per tutto questo lungo viaggio in un territorio verde ma senza alberi che a strapiombo sulla valle ci ha regalato panorami di tutti i monti che da Palermo arrivavano a Trapani. E li salendo ancora sul monte Jato si è aperto davanti a noi il mondo della Grecia Antica! Le rovine del tempio, le colonne ordinatamente poggiate a terra appena prima dell’Anfiteatro Greco! Solo noi a solcare quel terreno che un tempo brulicava della vita di una città! Un’atmosfera irreale ci ha circondato quando una poesia scritta durante la salita da Giulia, che a sette anni ha già un’idea della rima baciata, ha solcato l’aria e ci ha dato una profonda emozione seguita dalla nostra guida Rocco che ci ha regalato attimi di commozione declamando tra quelle vestigia “Lettera ad una Madre Tededesca” di Ignazio Buttitta.
Il tempo si è fermato e nessuno voleva ritornare giù nel mondo moderno! Un piccolo boschetto ci ha accompagnato nella ripida discesa ed è stato il saluto di commiato di questa indimenticabile passeggiata con il della sottosezione del Cai di Erice e dell’Agro Ericino.

Roberta Zaccarini