Nel bosco del Re

L’entroterra della Sicilia occidentale offre davvero molti spunti per escursioni in località assolutamente da vedere. Una delle zone da visitare è quella che da Piana degli Albanesi arriva fino a Corleone, passando per la Riserva del bosco della Ficuzza, un’area boschiva che si estende per sette mila e quattrocento ettari. Un’oasi naturalistica che ricade nei comuni di Monreale, Godrano, Mezzojuso, Corleone e Marineo. Il bosco, uno dei più belli e grandi dell’isola, sicuramente il più vasto della Sicilia occidentale, è dominato dal massiccio dalla Rocca Busambra. L’accesso per Ficuzza è segnato da un obelisco che si incontra subito dopo il lago Scanzano. Imboccando la strada a sinistra, percorrendo la strada si arriva nel piccolo centro abitato di Ficuzza, sorto attorno alla “Casina di Caccia”. Che in realtà di casina ha ben poco, visto che si tratta del palazzo reale fatto costruire dai Borboni all’inizio del 1800, quando l’area dei feudi di Ficuzza, Lupo e Capelliere venne donata dai latifondisti a Ferdinando IV di Borbone, che la destinò a riserva di caccia. Nella parte alta del prospetto, sopra il portone centrale di ingresso, si può ancora oggi ammirare lo stemma borbonico. Arrivando a Ficuzza il palazzo regala un colpo d’occhio davvero molto particolare, complice anche il grande prato verde in cui si affaccia. Per certi versi la Real Casina di Caccia di Ficuzza, che oggi è possibile visitare, ricorda la Reggia di Caserta, ma in versione “mini”, con dimensioni decisamente molto più contenute ed in salsa tutta siciliana. Ma è pur sempre un palazzo reale, nel bel mezzo di questo bosco bellissimo, dove per diversi anni ha vissuto, assieme alla sua corte, il sovrano del Regno delle due Sicilie e attorno alla quale è sorto questo piccolo borgo. Oggi frazione di Corleone. Altro angolo delle terre di Sicilia tutto da scoprire, con la sua meravigliosa cascata delle due rocche.
La Riserva del bosco della Ficuzza offre davvero tanti spunti di escursione. Diversi i punti che si possono visitare, come il “Gorgo del Drago”, uno degli stagni più conosciuti nel bosco della Ficuzza, che nel 1800 fu trasformato in “peschiera del re”, un laghetto per l’allevamento di pesci d’acqua dolce, ovvero trote e anguille, dove andava a pescare il re. Tra i siti da visitare c’è sicuramente il “Pulpito del Re”, un trono scolpito nella roccia usato da re Ferdinando IV di Borbone per cacciare standosene comodamente seduto. Dalla vetta di Rocca Busumbra, caratterizzata dalle pareti a strapiombo sul lato Nord, con i suoi 1613 metri di altezza la cima più alta della Sicilia occidentale e del gruppo montuoso dei monti Sicani, si può ammirare un ampio panorama sul manto verde del bosco sottostante. La Riserva, gestita dal Dipartimento regionale Azienda Foreste Demaniali, è poi ricca di corsi d’acqua e stagni, come quelli in contrada Rocca d’Elice, i laghetti Coda di Riccio dove si trovano anfibi e tartarughe palustri, come quelle ospitate nel Gorgo Lungo, da cui si accede attraverso una piccola valle ricca di muschi e licheni. Il bosco è ricco di diverse specie di querce, come il leccio, la sughera, la roverella ed il cerro di Gussone, pianta endemica in Sicilia. Ma c’è anche il frassino, l’acero campestre, il castagno ed il bagolaro siciliano. Insomma, un’area boschiva quanto mai variegata, con oltre mille specie vegetali, che ospita l’ottanta per cento degli uccelli e della fauna selvatica presenti in tutta l’isola, come il daino, il cinghiale, la volpe, la lepre, l’istrice, il riccio, la donnola, la martora, il coniglio ed il gatto selvatico. Nei cieli del bosco della Ficuzza volano anche l’aquila reale, il falco pellegrino, il capovaccaio ed il nibbio reale. Insomma, un habitat ricco di specie con una biodiversità che fa di questo angolo nel cuore della Sicilia occidentale una vera e propria oasi ambientale. Capace di regalare un tuffo in una natura capace di avvolgere e, soprattutto, di fare staccare la spina dallo stress e dai frastuoni delle città. Con la forza di quel respiro del bosco dove, a due secoli di distanza, continuano a riecheggiare i fasti di quella che fu la casa e la riserva di caccia del Re.

(foto Mario Torrente)