Sui passi dei trasporti della Madonna

Ci sono escursioni ed escursioni. Ogni passeggiata ha il suo perché. Un fascino tutto suo. Un tuffo nel verde della natura così come le vedute suggestive ed i panorami mozzafiato. Di quelli che davvero emozionano. E valgono ogni fatica fatta. Ci sono poi passeggiate che catapultano nella storia. Ed al volte anche in tradizioni secolari, cariche di fede e devozione. Spesso un valore identitario che abbraccia un intero territorio, diviso in diversi comuni, ma unito nel nome di una Patrona. Unica e sola. Amata e voluta da tutti. Al punto da arrivare ad essere contesa, anche duramente, e trasportata a spalla, percorrendo chilometri tra insidiose mulattiere e viali scoscesi. Lo facevano uomini che per la loro Madonna affrontavano una salita di settecento e passa metri per arrivare ad Erice e portare nel loro paese quell’immagine della Vergine che per loro era tutto. E valeva le tante fatiche di quel trasporto fatto sotto una lunga asta per portare quella cassa così preziosa con quel quadro tanto prezioso. Capace di guarire. Di dare speranza e protezione. Di fare passare pestilenze e calamità naturali. È il potere della fede. Che tutto può e vince. È l’abbraccio della Madonna di Custonaci. Signora e Patrona delle terre dell’Agroericino.

La sua storia affonda le radici nella leggenda. Si narra che questa meravigliosa immagine della Vergine sia arrivata dal mare, a bordo di un veliero scampato alla furia delle onde, trovando riparo a Cala Bukuto, alle pendici di Monte Cofano. Qui i marinai, una volta in salvo, eressero una piccola cappella per ringraziare la Madonna, lasciandovi il quadro che avevano a bordo. Che entrò subito nel cuore della comunità del posto. La Madonna di CustonaciIn seguito sorse il bellissimo e maestoso Santuario, dove tutt’oggi viene custodita l’icona religiosa, che per secoli ha fatto su  e giù tra Custonaci ed Erice, allora importante centro dell’Agroericino, dove risiedeva la nobiltà e quindi il potere politico di quello che fu il secondo comune più grande della Sicilia dopo Monreale: il comune di Monte San Giuliano, che arrivava fino alle porte di Castellammare del Golfo, abbracciando i territori oggi conosciuti come Valderice, Buseto Palizzolo, Custonaci e San Vito lo Capo. L’immagine della Madonna veniva trasportata fino ad Erice in un lungo viaggio accompagnata dai fedeli e dai bambini poggiati sopra la cassa, per i poteri taumaturgici che da sempre le sono stati riconosciuti. Un percorso che ancora oggi è possibile percorrere: in alcuni tratti lungo i sentieri che scendono dalla montagna, in altri casi attraversando le moderne strade asfaltate, come la centralissima via Vespri, nel cure del centro abitato di Valderice, per poi passare dall’Arco del Cavaliere e dirigersi verso il Santuario di Custonaci. Sentieri, mulattiere e strade che sono state percorse nel corso di una escursione molto particolare organizzata in occasione della presentazione della rete sentieristica dell’Agroericino ripresa di recente nel corso del progetto “Erice Trekking”, che vede diversi partner coinvolti, ovvero il Gal Elimos assieme al Cai, alla Strada Del Vino Erice Doc, al Distretto Turistico della Sicilia Occidentale ed ai Comuni di Buseto Palizzolo, Castellammare del Golfo, Custonaci, Erice, San Vito Lo Capo e Valderice.
La sfida è davvero ambiziosa e potrebbe segnare la svolta in materia di offerta turistica del territorio: si punta alla valorizzazione del grande patrimonio naturalistico, storico e paesaggistico di questo angolo di Sicilia, attraverso appositi itinerari da percorrere a piedi o in mountain bike.  Si tratta di quindici sentieri per una lunghezza complessiva di 110 chilometri che si snodano lungo l’Agroericino, tra le montagna di Erice, Cofano e Sparagio, quest’ultimo la cima più alta della provincia di Trapani con i suoi 1110 metri di altezza. Arrivando quindi a San Vito lo Capo, Monte Monaco ed alla Riserva dello Zingaro. Luoghi da incanto, considerati veri e propri paradisi ed oasi di pace. Un territorio davvero unico, con panorami mozzafiato sul blu del mare del golfo di Bonagia e delle isole Egadi che regalano un autentico tuffo nella natura. A partire dai boschi della montagna di Erice, per arrivare fino alle coste di cala Bukuto, alle pendici di Monte Cofano.

L’escursione lungo la via degli antichi trasporti della Madonna di Custonaci ha permesso di vivere una giornata davvero unica, percorrendo i quasi quattordici chilometri del tragitto in un contesto d’eccezione, complice anche la bellissima giornata ed i colori pressoché primaverili, nonostante il periodo invernale. Panorama dal parco di Misericordia
Una passeggiata davvero molto particolare, carica di fede, storia e tradizione, con meravigliose vedute sul blu del mare del golfo di Bonagia ed il verde della valle dell’Agro.
La discesa da Monte Erice, lungo il versante dei Runzi, è iniziata dal Quartiere Spagnolo, passando per l’antichissimo sentiero di porta Castellammare e arrivando così a Caposcale e quindi a Valderice. Da qui il gruppo si è diretto verso Misericordia, entrando nel parco di questo suggestivo promontorio, nel cuore dell’Agroericino. Sicuramente uno dei punti più affascinanti dell’escursione, che ha regalato un particolare senso di  “immersione” nella natura e panorami bellissimi tra il mar Tirreno e le montagne di Erice e Cofano.
Dopo essere passati dall’Arco del Cavaliere, storico punto di sosta durante i trasporti dell’immagine della Madonna, la passeggiata è proseguita verso Custonaci, passando prima dal pozzo della Madonna per terminare l’itinerario all’interno del Santuario e del museo “Arte e Fede” dove è custodita la vara anticamente usata per i trasporti, fatti fino al 1936. Sotto le cui aste per secoli uomini forti e carichi di fede hanno retto il peso di quell’immagine meravigliosa capace, con il suo sguardo rassicurante, di dare sollievo e speranza. Scaldandone i cuori.
E superando cosi ogni fatica e difficoltà.

Mario Torrente

 

 

(foto Mario Torrente)