L’Occhio di Ra

L’associazione Oasi Zen di Trapani ha celebrato il solstizio d’inverno presso la rupe Castiddrazzo in territorio di Erice.
L’ evento ha visto la partecipazione di oltre trenta soci e simpatizzanti che si sono dati appuntamento alle ore 15.00 nel piazzale della funivia per poi procedere in auto sulla s.p. 31 per Erice e raggiungere il sito a quota 350 mt s.l.m. La rupe sporge su un ampio panorama che domina la città falcata e abbraccia la distesa marina in cui spiccano i rilievi dell’arcipelago eguseo.
solstizio_occhio-raIl gruppo dei celebranti si è poi mosso a piedi dalla base della rupe in salita verso il pianoro soprastante la collina di roccia, sulla cui sommità si trova il monolite calcareo adagiato sul terreno, conosciuto con il suggestivo appellativo “Occhio di Ra”.
Il monolite è dotato di un foro posto al centro del blocco roccioso attraverso cui i raggi del sole filtrano proprio mentre l’astro tramonta nel giorno più breve dell’anno, alle ore 16.53 del 21 dicembre. L’osservatore che guardi verso ponente, stando seduto o disteso per terra (il foro si trova a non più di 50 cm da terra) e guardando attraverso l’ “Occhio di Ra”, vedrà scomparire il sole proprio dietro il forte di Santa Caterina a Favignana. Particolare curioso, il forte di santa Caterina, situato in cima all’omonima collina della principale isola egusea, si trova alla stessa altezza, rispetto al livello del mare, del monolite. occhio-ra
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che la roccia sia in realtà un manufatto realizzato per scopi rituali dagli uomini dell’Età del Bronzo. L’ “Occhio di Ra” sarebbe pertanto un calendario astronomico risalente a 4000 anni fa, utilizzato dalle primitive comunità umane per scandire il tempo secondo intervalli ciclici ispirati ai ritmi della natura. Il manufatto fa parte di un complesso di reperti archeologici scoperti di recente in Sicilia, fossili di grande valore testimoniale risalenti all’affermarsi delle prime civiltà agricole nell’Isola. enrico-genovese
Giunti alla sommità del colle, i celebranti si sono disposti a formare un grande cerchio attorno al monolite e, unendosi con le mani, hanno intonato vari mantra, tra cui la “formula Mani” e il “Gayatri”. E’ stata una cerimonia semplice, tanto spontanea e poco rituale, quanto carica di emozione. solsizio-inverno-trapaniSin dagli albori dell’umanità il solstizio rappresenta un momento dalla forte valenza simbolica, poiché si colloca nel transito di una temporalità cosmica che accomuna tutti gli esseri nel desiderio di pacifica convivenza. La compassione e la meraviglia per la bellezza della natura sono stati i sentimenti che hanno “vibrato” tra i celebranti, in istanti vissuti in completo accordo corale.
Il consumo condiviso di frutti di stagione e l’ascolto dell’inno al sole di Pietro Mascagni, che ha risuonato sulla rupe seguito in religioso silenzio dai partecipanti, hanno scandito altri momenti della cerimonia. Ma il vero protagonista della manifestazione è stato il sole, la nostra stella madre, i cui raggi fecondano il pianeta Terra, facendone la matrice del sistema vivente diffuso su tutta la sua superficie. Ed è stato uno spettacolo davvero straordinario poter vedere finalmente sporgere il sole dal banco di scure nubi dove era rimasto intrappolato durante le prime ore del pomeriggio. Poco prima del tramonto il sole si è mostrato a noi che lo abbiamo a lungo invocato: due minuti soltanto, ma così emozionanti da ripagarci della fatica e della trepidante attesa.

Enrico Francesco Genovese