A spasso con Memmo sulle tracce degli Elimi

Meraviglia e passione. In queste due parole c’è tutto il senso di una stupenda passeggiata tra il monte Pispisa ed il tempio di Segesta. Nel cuore del Vallone della Fusa. Nel letto del leggendario fiume Crimiso. Un angolo di Sicilia che fu degli Elimi. E dove sono praticamente passati tutti.

Da un lato c’è la bellezza di questi luoghi, carichi di mito, storia e fascino, dove si ha la sensazione di restare sospesi in chissà quale dimensione. Dove si coglie un avvolgente senso di pace e tranquillità. Dove si intrecciano le storie di popoli antichi. Dei profughi troiani sbarcati in Sicilia dopo la distruzione della loro città. Dell’amore tra la bella Egesta ed il dio fluviale Crimiso.  Da qui, si narra, tutto ebbe inizio.

Dall’altro c’è l’amore per la propria terra. La voglia di emozionarsi e di fare emozionare. Di esplorare, scoprire e condividere . Di trasmettere lo stupore provato la prima volta. E di donarlo agli altri. mario-memmoSemplicemente, per ciò che è. Per ciò che dà. “Scaminare” con Memmo Gambina è questo e tanto altro ancora. Sicuramente un’esperienza unica, che coinvolge ed emoziona passo dopo passo. Una carica di energia ed adrenalina che cogli facendo su e giù per tutti quei sentieri (e sono tanti) che il buon Memmo conosce meglio delle sue tasche. Riuscendoti a portare sempre in un luogo unico che solo lui conosce. Ed una volta arrivati è davvero incanto. Ma sopra ogni cosa c’è la voglia di andare, esplorare e conoscere. Di mostrare. Di raccontare e trasmettere la bellezza e la magia dei luoghi. Con un orgoglio tutto siciliano. Ma che incarna anche voglia di riscatto. Di affermare la propria identità. Le vere origini. La riscoperta delle tradizioni. Il rispetto per il territorio e per la sua gente. C’è la passione vera e l’amore per la propria terra. Tutto questo è Memmo. Passeggiateci insieme e poi mi direte…

Due parole, s’è detto. Meraviglia e passione. Come i due promontori che dominano questa passeggiata tra mito e natura: da un lato c’è monte Pispisa, con il suo bosco, le gole, la roccia. Il silenzio tra gli alberi. I sentieri che all’inizio costeggiano i vigneti che guardano verso Trapani ed Erice per poi entrare in una gola che mai ti saresti aspettato di trovare da quelle parti. E dopo questo “”full immertion” in questa oasi ambientale, ecco che ti ritrovi dall’altra parte, con davanti monte Barbaro ed il tempio di Segesta. Ma siamo solo all’inizio. Perché il vero viaggio di Memmo comincia proprio da qui, dirigendosi verso un promontorio che si raggiunge percorrendo dei sentieri immersi nel verde, tra piante, alberi e fiori. In un trionfo di odori e colori. Tra silenzi e cinguettii. Ed un quasi timido fruscio degli alberi. Sembra davvero di entrare nel regno delle fate. Tutto sa di magico. La forza della natura si manifesta nelle più svariate forme. Qui ha scelto l’incanto!

Ad un certo punto comincia ad essere difficile anche orientarsi. Ma Memmo, tra un riferimento e l’altro, sa esattamente dove andare. Ed è cosi che arriviamo in un promontorio che si trova in mezzo a tutto: da un lato c’è monte Pispisa, dall’altro il bosco di Angimbè e dietro Calatafimi. Dall’altro, proprio davanti a noi, l’imponenza di monte Barbaro, dove un tempo sorgeva Segesta. Più in là, a distanza, si distingue perfettamente l’antico tempio dorico. Siamo su un promontorio che sembra quasi sospeso nell’aria, a strapiombo sul lato Nord: il panorama toglie letteralmente il fiato. Da qui si domina tutto e si riesce a cogliere tutta la magia di questo luogo, quasi leggendario. Sicuramente di grande importanza storica ed archeologica.segesta_panoramica_dapromontorio Ignazio Sottile, di Sicilia Antica, ha ripercorso  i tre mila e passa anni di storia di Segesta, a partire dalla fondazione, nel IX secolo avanti Cristo. Qui la storia si intreccia con il mito. Con l’arrivo dei profughi troiani in Sicilia occidentale. Che, unendosi con le popolazioni del posto, presero il nome di Elimi. Fondando, secondo quanto riportato da Tucidide, Segesta ed Erice. Anche Ignazio Sottile, con il suo racconto, è riuscito a trasmettere il grande amore per questa terra, la passione per i luoghi, la voglia di condividere  un patrimonio unico, probabilmente poco valorizzato. Per certi versi ancora da scoprire. La vera ricchezza che potrebbe davvero segnare la svolta per un territorio che ha tutte le carte in regola per volare alto. Così carico com’è di bellezze, storie e miti. Un mix unico, che rende questo angolo di Sicilia così impareggiabile. E che trova in persone come Memmo Gambina, con i suoi “Sentieri di Gù”, e Ignazio Sottile, quasi un “Indiana Jones” in salsa siciliana, i suoi migliori “ambasciatori”.

Ma torniamo alla “scaminata” sulle tracce degli Elimi. Continuando il percorso, è iniziata la parte più suggestiva della passeggiata nelle terre di Segesta: la discesa, lungo il versante di Levante del monte Pispisa, verso il letto del fiume Crimiso, nel cuore del Vallone della Fusa. Un vero e proprio canyon che regala prospettive uniche sul tempio di Segesta. tempio-segesta-valloneUn autentico paradiso per gli amanti della fotografia, soprattutto in quelle giornate con colori caldi ed intensi che si intrecciano con il gioco di nuvole sul blu del cielo che regala contrasto e profondità ad ogni immagine. Scorci davvero suggestivi. Forse non ideali per chi soffre di vertigini, considerata l’altezza. Ma basta semplicemente evitare di guardare in basso, concentrandosi sul sentiero. Che tra salite, anche piuttosto ripide,  e discese, porta giù fino al letto del fiume  Crimiso, completamente asciutto, eccezion fatta per qualche pozza d’acqua. Tutto è concentrato nei pochi metri di larghezza dove è racchiusa tutta l’imponenza di questa gola, alle pendici dei due promontori che qui dominano ogni cosa. letto-fiume-crimisoE devo dire che fa un certo effetto trovarsi a camminare sul letto di un fiume che porta il nome di una divinità. La leggenda narra che dall’amore tra Crimiso e la bella nobile troiana Egesta sia nato re Aceste.

Mito o non mito, di sicuro c’è che qui l’atmosfera si fa davvero surreale. Un contesto per certi versi magico che in tanti, in questo bel gruppo di scaminatori, abbiamo captato. La compagnia poi fa sempre la differenza, con il calore e l’affetto che ogni escursionista trasmette all’altro. Questa poi è stata resa ancora più particolare dal gruppo dell’associazione “Misilcassim” di Ribera guidato da Carmelo Giubilaro. Camminando si stringono amicizie, si crea empatia. Si forma un immaginario cordone che lega tutti.  È la forza del gruppo. Vero motore di ogni escursione. Capace di vincere la fatica, i dislivelli e la stanchezza di dieci e passa chilometri fatti facendo su e giù. E soprattutto di creare l’aspettativa e la voglia di una prossima escursione. Chissà dove. Ma l’importante è andare. Comunque esplorare, conoscere, fotografare  e condividere. La scaminata, dunque, continua…

Mario Torrente