Il barattolo dei sogni

Cominciò tutto una gelida sera di dicembre, il 29 per l’esattezza, quando, chiuso in casa al calduccio, seduto davanti al mio computer e con la mia tazza di the verde ancora fumante, mi arriva un messaggio da Valentina, un messaggio che conteneva un link e nient’altro … dunque ci clicco sopra ed il link mi porta ad un video di una giovane biondissima e con un bellissimo sorriso, di quei sorrisi che il mondo vorrei sia pieno, una donna semplice, che su un palcoscenico, racconta emozionata la sua esperienza appena conclusa, davanti un pubblico che la ascolta con un rispettosissimo silenzio.
Dopo poche parole del suo racconto, una forte sensazione positiva mi pervade l’anima, una meravigliosa energia che mi spinge a curiosare un po di più … ed in pochissimo tempo, mi sale addosso una gran voglia di conoscerla, così … mentre ancora quel video va avanti … io l’ho già trovata su facebook, le chiedo l’amicizia e le scrivo un piccolo commento, senza aspettarmi nemmeno una risposta, solo un senso di profonda gratitudine:

“Grazie Darinka …
Tanta ammirazione e stima per quello che fai … e per la bellissima esperienza che hai fatto!
Condivido sul mio profilo, perche possa servire da stimolo, da sorgente a chi ha tanti sogni nel cassetto, ma schiavo delle proprie paure.”

Lei, dopo qualche ora mi risponde, ringraziandomi ed invitandomi a leggere il suo libro “Walkaboutitalia”, il suo primo libro, che, racconta un viaggio per intero, iniziato un annetto prima a Palermo e conclusosi sette mesi più tardi a Baveno (VB), sulle sponde del Lago Maggiore.
Un viaggio di quasi 1800 Km con appena dieci euro in tasca, un viaggio prima di tutto introspettivo e nello stesso tempo fisico, un viaggio fatto di sudore, paure, ma anche e soprattutto … un viaggio colmo di emozioni, di condivisioni, ascoltando i sogni degli altri, per poi racchiuderli dentro un cofanetto, che porta sempre con sè.

Darinka, mi racconta anche che in questo periodo si trovava ad Ustica per meditare in santa pace e scrivere il suo secondo libro, “Mondonauta”, il racconto di un altro viaggio trascorso in giro per il mondo.
Nei miei pensieri, sale subito il desiderio di andarla a conoscere di persona, approfittando della mia passione per la fotografia … e dato che ad Ustica non c’ero mai stato prima d’ora, occasione migliore non avrei potuto trovare.
Così, ci lavoro su … fino a decidere di andarla a trovare, gesto che farò solo tre mesi dopo e precisamente il 12 aprile dell’anno scorso (2015).

La contatto e le faccio sapere la mia intenzione, chiedendo prima il permesso, perchè non era affatto mia intenzione distoglierla dalla sua concentrazione, pertanto, le chiedo qualche consiglio su eventuali strutture dove andare a trascorrere la notte, ma lei … replica subito: – “Vieni a dormire da me!”… Io ho insistito per non creare disagio ed anche per non sentirmi imbarazzato, ma al suo: – “Ti ospito io, punto!” Ho voluto cedere, perchè significa che è così che doveva andare.
Il giorno dopo, parto, il mio non è un viaggio, ma una semplice passeggiata, in quanto Ustica in certe giornate in cui il cielo è sereno, basta salire su un piccolo rilievo di montagna e guardare il mare nel suo orizzonte, in direzione nord ovest … per vedere un piccolo promontorio, che molti confondono per una grossa petroliera o una nave da crociera.
Un pullman ed un aliscafo, che l’isola è già lì, davanti ai miei occhi … e lo è per la prima volta, difficile contenere le emozioni, un turbinio di dettagli e colori mi cattura l’anima, che, finalmente sembra in pace.
Barche, gabbiani, l’azzurro del mare, casette bianchissime e finestre colorate, sono la scenografia naturale ed ideale dove trascorrere una buona vacanza, lontani dalla frenesia e dai rumori della città.
La piazzetta è un vero amore, non è ancora iniziata la stagione turistica, dunque di turisti ancora non c’è traccia, questo fa risaltare la mia presenza, anche perche con un cappello ed una macchina fotografica sul collo, non posso passare per altro … e poi si sa, in questi luoghi … si conoscono tutti e basta l’ombra di un intruso ed il solito passaparola, per far sapere in poco tempo che sull’isola c’è un tizio che gira armato di una fotocamera che immortala qualsiasi cosa.

Chiedo subito al primo ragazzo che incontro in piazza, se sapeva indicarmi la strada per arrivare dalla scrittrice, non le dico nemmeno il nome, perche davo già per scontato, in virtù di quanto detto prima, che chiunque … sull’isola sapesse di lei … e così è infatti, lui, Salvatore: – “Sali su, ti ci accompagno io!”
Queste sono le cose che più adoro di noi Siciliani, nessuno potrà mai oscurare il nostro senso di ospitalità, l’accoglienza verso il visitatore, siamo genuini e semplici … ed è la nostra più grande virtù.
Man mano che andiamo in auto, lasciamo il centro abitato, già, perche Darinka ha scelto per sè una casetta di campagna, distante si e no un paio di miglia dal centro urbano, una piccola casetta al fresco, che guarda da una parte un vecchio uliveto e dall’altra parte, l’infinito, già, un azzurrissimo mare che basta osservarlo per donarti la giusta ispirazione, davvero, posto migliore per scrivere un libro, non poteva trovare.

“Darinka! Darinka!” … la voce di Salvatore, poi … la piccola porta di quella casetta, si apre … ed eccola lì la bionda, il personaggio che avrei dovuto incontrare … finalmente, era lì davanti a me, in tutta la sua luce.
Mi fa entrare a casa … e ne osservo subito la sua semplicità, pochi oggetti, un divano, una stufetta, una chitarra, una tavola con un portafrutta al centro, poi … giro lo sguardo e … in un angolo mi accorgo di quel barattolo, quello famoso che conteneva sogni … e nello stesso istante in cui lo osservo, un brivido mi accarezza la schiena.
Mi dico: – “E’ proprio tutto vero, è come lo immaginavo!”, un lungo barattolo con un coperchio speciale, un’orecchio in alto rilievo!
Lei mi dice: – “Sto preparando da mangiare, ti va bene una zuppa di ceci?” … fantastico!!! nulla di più semplice in un posto semplice, con una persona semplice!

Provo davvero una grande emozione ad essere lì, soprattutto perche inconsciamente, anch’io in quel momento stavo coronando un mio sogno, un piccolo sogno che però diventava realtà.
Tutto ciò che la mia mente ha disegnato qualche tempo prima, in quel momento, la mia anima … stava colorando! Wow!!!
Iniziamo a chiacchierare, come se ci conoscessimo da tempo … e mentre lei parlava io osservavo ogni suo gesto, ogni piccolo dettaglio di questa donna con le palle, che ha saputo dire no a una vita che non le regalava più stimoli ed emozioni … dandosi una forte spinta verso quel baratro, fatto di sogni.
Tutti abbiamo il diritto di sognare e tutti abbiamo il diritto di provare a realizzare i nostri sogni, la vita è unica, bella, irripetibile, non si può rovinare, complicandola con ciò che non ci va di fare.
Non ascoltate chi vi dice, che certe cose bisogna farle per campare, perche noi non siamo qui per questo, campare è sopravvivere, ma noi siamo stati messi al mondo per vivere … e la vita è volare e sognare di farlo coi propri passi … e solo propri, nessuno può dirci cosa è giusto e cosa invece è sbagliato, lo faranno in tanti perche tutti uguali e ciclostilati come carte dentro una fotocopiatrice, lo farà chi ha ereditato una mentalità schiava della società, chi non ha ancora imparato a seguire solo ed esclusivamente se stesso, i propri passi.

Mi racconta la sua storia, le motivazioni che l’hanno spinta a inseguire i suoi sogni … e così parliamo per ore ed ore, senza nemmeno essermene accorto, poi … la lascio, mi faccio un giro per l’isola e nel tardo pomeriggio, quando torno, mi dice: – “Dai usciamo, andiamo a farci un aperitivo con i miei amici, cosi te li faccio conoscere!”
Prende la sua borsa e andiamo in paese, quando il crepuscolo ci regala dei colori davvero indescrivibili:

“Lui è Mauro”, dice lei, presentandomi il primo dei suoi amici, un giovanissimo geologo palermitano, lì ad Ustica, per insegnare ai ragazzini del paese, matematica e scienze.
Insieme a Mauro si va a fare la spesa per la sera successiva, quella donna aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, una cena a casa sua con barbecue al chiaro di luna.
Ad un certo punto, passiamo dalla farmacia, dove conosco Ramona , una divertentissima usticese dalle origini venete, una pazza scatenata per essere figlia di un isola, ma in quel contesto, ci stava come il cacio sui maccheroni!

Il giorno dopo, la famiglia si era allargata, oltre a Mauro e Ramona … si era unita Katia, o come la chiamavo io, Hatia, perche l’era di Firenze! Una pellegrina figlia del vento, anzi … mi correggo, figlia di Shiva (sennò mi uccide), importante e mistica divinità indiana.
Anche Katia era lì per il mio stesso motivo, voleva conoscere Darinka, perchè come me … le aveva dato degli input davvero molto forti in un momento sottotono della sua vita.
Adesso la squadra era al completo, chi tagliava la legna, chi preparava da mangiare … e chi accendeva, invece, il fuoco … che riscaldava la nostra serata, diventata poi indimenticabile, perche coincisa con la fine della realizzazione del nuovo libro della Montico.
Il giorno successivo, i saluti, i nostri sono tutti degli arrivederci, ognuno ha la sua vita da realizzare, ognuno la propria strada da percorrere, ma tutti … siamo legati da un unico filo che ci legherà in eterno, quello della condivisione della vera essenza di questa vita, disegnata apposta per coronare i nostri sogni.

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Memmo Gambina