Un montagna di rifiuti

Con Scaminando cerchiamo di condividere le tante bellezze della terre di Sicilia. E quest’estate, stando ad Erice, ho avuto modo di percorrere gli incantevoli sentieri della montagna, tra panorami mozzafiato che si possono ammirare dai vari versanti del monte, gli scorci tra le mura millenarie ed il bosco, tutti gli angoli di paradiso tra cielo e mare, che andrebbero valorizzati e fatti conoscere per le loro bellezze. Ma passeggiando passeggiando spesso e volentieri mi sono imbattuto in rifiuti abbandonati ovunque da cittadini incivili e “caliordi” che continuano a fare scempio del nostro territorio. Arrecando danni all’ambiente e dando una pessima immagine di una montagna che andrebbe invece difesa e tutelata con ogni mezzo. montagna_monnezza_2 Poi però ci lamentiamo dei politici, quando le responsabilità sono innanzitutto dei cittadini, ognuno nel suo piccolo, dando l’esempio e contribuendo con le buone pratiche a preservare i doni di madre natura… Ma veniamo alla monnezza che abbonda dalle pendici della montagna fino alla sua vetta: passeggiando su e giù per il monte si trova di tutto, a partire dai resti dei pic-nic fatti all’ombra dei pochi alberi rimasti, magari con del vetro sparso qua e la per le bottiglie di birra rotte contro i tronchi. Naturalmente negli angoli della montagna abbonda l’eternit, spesso i resti di vecchie cisterne dell’acqua. E se poi divampa un incendio, come spesso accade, chissà chi respirerà le pericolosissime polveri di amianto… sicuramente saranno altri a pagarne le conseguenze e non chi ha creato queste pericolose discariche a cielo aperto! montagna_monnezza_4E tra una tv che fa “bella” presenza sotto un albero nei pressi della pineta di San Nicola e robaccia lasciata tra la vegetazione chissà da quanto tempo si trovano poi tappeti, vecchi pc, materiale edile, carriole arrugginite, biciclette, bottiglie di plastica, sacchetti e tanto, ma davvero tanto, altro ancora: come tutti i rifiuti gettati dietro il muretto del belvedere di Martogna, dove ogni giorno si fermano centinaia di persone a fare foto a Trapani, cogliendone la sua caratteristica forma a falce con lo sfondo delle isole Egadi: uno spettacolo soprattutto al tramonto! Ma abbassando lo sguardo, tra le erbacce, si trova lo schifo dello schifo.

Entrando poi, dalla strada di Valderice, nell’area demaniale di San Matteo, altra oasi ambientale, purtroppo poco frequentata ma che potrebbe fare da richiamo a tanti visitatori, nel canale dove dovrebbe scorrere l’acqua piovana, anche qui, ecco altri rifiuti, con tanto di sacchetti neri forse residuo di qualche scampagnata…dico, caricare la spazzatura in macchina per lasciarla negli appositi cassonetti dell’immondizia è uno sforzo così eccessivo? montagna_monnezza_16Mah, davvero senza parole! Ma il tour nella “montagna di monezza” offre tanti altri spunti, come sotto piano Guastella, in un canale che dovrebbe servire a fare defluire le acque, ma con il letto ormai una vera e proprio giungla tanto è pieno di vegetazione, si trovano anche vecchi vetri spaccati, elettrodomestici, televisori etc etc etc.
Ma ad imbrattare il territorio, oltre l’inciviltà purtroppo sempre dilagante ed imperante da queste parti, ci si mette anche l’amore… Si, l’amore, quello che fanno tutte le coppiette che si imboscano nei tanti anfratti della montagna, lontano da occhi indiscreti per consumare momenti di passione nel monte che fu della dea Venere. E fin qui nulla di male, se non fosse che, una volta terminato l’amplesso, i nostri Romeo e Giulietta gettano per terra fazzolettini, profilattici ed altri “residui” del rapporto sessuale. montagna_monnezza_8Il fatto è che dalle nostre parti abbiamo la cultura di tenere pulita la macchina per sporcare tutto il resto! Organizzarsi con un sacchettino, raccogliere tutto per depositarlo in un cestino dell’immondizia, evidentemente, per costoro è troppo complicato… E ci sono zone talmente piene di fazzoletti da fare quasi impressione: magari prima o poi potrebbe anche crescere una nuova pianta, la “sperminia”! Evvai col rimboschimento… ma purtroppo c’è davvero poco da scherzare.

Addirittura sotto il Castello di Venere, addentrandosi tra la vegetazione, si scopre una vera e propria discarica. Da non crederci. L’inciviltà e la mancanza di rispetto di certe persone non ha limiti, arrivando a deturpare un intero angolo del bosco di Erice, proprio sotto il Castello di Venere, uno dei simboli del borgo medievale, visitato e fotografato ogni giorno da migliaia di turisti. Ma a pochi metri dal questo importante monumento, in cui echeggiano ancora i miti della dea dell’amore, si trova una vera e propria discarica con rifiuti di ogni genere e tipo, a partire da sfabricidi, bottiglie, cassette di plastica, bomboloni che, presumibilmente, sembrano provenire da autoclavi per l’acqua. Ed ancora altra sacchetti neri pieni dell’immondizia accatastati nel sottobosco, coperti da foglie, talmente numerosi da avere formato delle autentiche collinette di rifiuti. Il quadro è davvero desolante. Ed alzando gli occhi al cielo si intravedono anche sacchi neri dell’immondizia rimasti intrappolati tra i rami degli alberi: evidentemente qualcuno si è cimentato nel lancio del sacco dell’immondizia nel bosco. saccoIncredibile, ma vero! Ma non finisce qui: addentrandosi ancora di più tra la vegetazione si trovano decine di pedane di legno accatastate l’una su l’altra: oltre che un pugno nello stomaco per l’ambiente, un vero e proprio fattore di rischio in materia di incendi, considerato che siamo proprio tra alberi e foglie secche. E per di più a pochi metri dal Castello di Venere, le Torri del Balio e la Torretta Pepoli. Tra l’altro questa discarica nel bosco si trova proprio lungo il sentiero che collega le Torri alla Torretta Pepoli, utilizzata a suo tempo dal Conte Pepoli per raggiungere questo meraviglioso sito che si affaccia sull’Agroericino, da poco restaurato e restituito alla collettività e da dove inizia un percorso che permette di percorrere i vari versanti della montagna. Dietro le indicazioni e la protezione in legno inizia quest’altro sentiero dimenticato e pieno di immondizia.

Ormai mi vado sempre più convincendo che non siamo degni di vivere in questo angolo di paradiso, dove è possibile passare in un batter di ciglia dal mare alla montagna, immergendosi in oasi ambientali capaci di avvolgere ed emozionare: dove si ha davvero la sensazione di ritrovarsi in una dimensione fatta di pace e tranquillità, lontano da tutto e da tutti…ma con qualche imbecille sempre ad aggirarsi nei paraggi pronto a sporcare e devastare la natura…ma la cosa che mi fa più paura non è l’inciviltà e la “fitusaria” di certa gente (che mi provoca invece tanta rabbia e indignazione), ma l’indifferenza e la rassegnazione di tutti quei cittadini che magari non sporcano ma che continuano imperterriti a girarsi dall’altra parte facendo finta di nulla… Forse a causa di quell’atteggiamento tipico delle nostre parti dove si tende a normalizzare la qualsiasi: anche lo schifo e le situazioni di degrado che ci ritroviamo attorno… questo sì, che mi fa paura! Perché toglie energia all’unico carburante capace di accendere il motore del cambiamento: la speranza!

Mario Torrente