La Valle del Sosio (il vero oro sicano)

C’è un luogo, in provincia di Agrigento, dove la natura segue il suo corso ed ama raccontarsi, dove la montagna cede il passo all’energia dell’acqua e si lascia baciare dal sole, c’è un luogo, dove il silenzio viene interrotto solamente dal canto degli uccelli, dal frinìo delle cicale … e dall’impetuoso fruscìo dell’acqua che si infrange sulle rocce di un avventuroso fiume che porta il nome di Sosio Verdura.
Ci troviamo nelle campagne di Burgio, dentro il cuore dei Monti Sicani, a due passi da Lucca Sicula, Villafranca, San Carlo, Caltabellotta, Ribera, Calamonaci, Sant’Anna, paesi di una bellezza unica e patria di autenticità, che hanno fatto la storia di una Sicilia ricca, ambita, decantata, ma ora smarrita … e che non sà più ritrovarsi.

La nostra escursione, oggi, comincia da qui, dalle campagne di Burgio (paese della ceramica e delle campane).
Chi organizza è l’associazione culturale “Misilcassim” di Ribera, fondata poco meno di cinque mesi orsono, da Carmelo e Vito, due amici uniti dalla stessa passione per la natura e l’amore verso la propria terra, tanto immenso da volerla raccontare attraverso i loro viaggi, queste passeggiate in mezzo al verde, che, noi tutti chiamiamo trekking, ma che trekking non è, ma questo è un capitolo a parte … e chi se ne frega se qualche anima sensibile si offende, l’importante è uscire di casa e condividere tutto ciò con altre persone in cerca di sorrisi.

L’appuntamento, anzi, per meglio dire … l’ultimo dei tre appuntamenti che le nostre guide ci mettono a disposizione è al Bar “Il Mulino” di Burgio, il tempo di salutarsi, riabbracciare i vecchi amici conosciuti in altre escursioni, scambiare due chiacchiere e stringere la mano ai nuovi, che … si parte!!!

Riprendiamo le nostre auto passando dentro Burgio e lasciandocelo alle spalle, tra colline dorate e valli sconfinate, che, danno vita ad un panorama unico per noi trapanesi e gente di mare.
Improvvisamente, seguendo la colonna di auto che ci precedeva, ci inoltriamo su una stradina sterrata e colma di aranceti e fichi d’india, questi ultimi li vediamo colorati … e la voglia di prenderne un paio, affrontando le insidiose spine delle quali sono infestate, è davvero tanta, così, non appena arrivati, lasciamo le auto sotto un ponte di pietra … in uno slargo di terra, prendiamo le nostre cose, ascoltiamo Carmelo che ci illustra il percorso, quindi inizia la nostra avventura.

Nemmeno cinquanta metri, che, c’è già da mettere i piedi in acqua.
Alcuni di noi hanno portato con se due paia di scarpe, uno da mare ed un altro da trekking per affrontare il percorso, ma non appena si intuisce che non è affatto comodo cambiare calzatura ad ogni ostacolo diverso, si decide di indossare un unico paio di scarpe … ed andare avanti con quello, per tutta la durata dell’escursione.
Eh si … perchè camminare in acqua, inizialmente non è semplice, nessuno di noi è abituato a farlo, d’altra parte non è una cosa che si fa ogni giorno, però una volta capito il concetto e smaltito il disagio apparente, tutto quanto sembra non essere mai stato un problema.
Il genere umano sà adattarsi immediatamente a qualsiasi genere di novità, pertanto, non è di certo il guado di un fiume a poterlo fermare!

Il percorso ci appare subito davvero emozionante, poichè vario e con un impatto audio e visivo di assoluta, quanto rara bellezza.
Il primo tratto da affrontare è un sentiero che costeggia delle piante di fichi d’india, per noi siciliani sono il simbolo di questa terra, ma il loro frutto, nonostante sia buonissimo, non è affatto semplice da ricavare, per farlo occorre munirsi di guanti spessi e di un coltello affilato, poichè le spine presenti sulla buccia, sono cosi sottili che te ne accorgi solo quando ormai te le sei piantate sui polpastrelli delle dita … ed è poi fastidiosissimo toglierle, specialmente ad occhi nudi.
Ovviamente non è avventura se non ci proviamo ugualmente, così qualcuno di noi (io) decide di affrontare l’ostacolo, improvvisando e trasformando una foglia di vite in un guanto … e con un coltellino affilatissimo come un bisturi, operiamo il paziente, che dopo averci deliziato … ci lascia il suo ricordino, conficcandoci sulle mani … i suoi invisibili e diabolici uncini, ma era il prezzo da pagare!

Oltre il sentiero ci aspetta una pineta, sopra la quale, solamente appena un paio di milioni di cicale si stringe in un canto unico e per nulla fastidioso, ma è la natura … e va benissimo così!
Finalmente un albero … ed un po di spazio sotto i suoi rami creano l’ombra giusta per poterci dissetare e ripararci dal caldo infernale che ci stava accompagnando.
Carmelo si diverte a raccontarci la storia di Santa Rosolia (bla bla bla), io a fotografare lui ed il resto del gruppo … nel loro splendore incantato.
Bello ascoltare le storie di ognuno di loro, bello raccontare le tue, sentire i loro passi affianco ai tuoi, bello vedere che nonostante con qualcuno ci si vedeva per la prima volta, sembrava conoscersi da chissà quanto tempo, queste sono le cose che più amo nelle passeggiate domenicali, qui c’è gente che dal momento in cui allaccia le scarpe, fino a quando non ha consumato l’ultima goccia di sudore, non ha voglia di pensare ad altro che a vivere l’attimo presente … che vorrebbe non passasse mai!

Conclusosi il primo chilometro di sentiero, si scende sul fiume, da questo momento in poi … ci si bagna le scarpe, ci si bagna le caviglie ed in certi tratti, ci si immerge fino alla pancia, ma c’è chi ne approfitta per fare addirittura il bagno, d’altra parte l’acqua è pulitissima e … dato il caldo, la sensazione di starci dentro è davvero meravigliosa, altro che mare affollato di bagnanti ed ombrelloni variopinti, qui gli unici colori esistenti… sono quelli della natura!

Noi dentro il fiume, un bel colpo d’occhio da vedere, un bel quadro da fotografare.
“Guadare e guardare”, ossia camminare in acqua osservando, ma osservando chi, che cosa? Tutto o forse niente? Chissà!?
Ognuno è con se stesso, ma nello stesso tempo è con tutti, ha voglia di distrarsi … ed ha voglia di distrarre da sè tutti i dispiaceri accumulati nel corso della settimana, nel corso dei mesi, degli anni.
Massimo rispetto per ognuno di loro, qui c’era gente che faceva un’escursione per la prima volta, che non aveva il passo dei più lesti, ma che aveva lo spirito finalmente pronto, l’anima finalmente libera, questa, la cosa più importante di tutta la giornata trascorsa insieme, perchè, magari da domani … la stessa persona avrà imparato che è dalla natura che proviene la libertà … ed è sempre dalla natura che si impara a vivere con gioia.

Alla fine … tra foto, sorrisi, condivisioni e … qualche schizzo d’acqua, abbiamo trascorso una giornata da incorniciare, perchè ognuno di noi ha dipinto la sua tela ed ognuno ha la sua ragione per farlo.
Personalmente, sono fiero di aver conosciuto ancora una volta gente nuova, persone con una storia da raccontare, l’alternativa sarebbe stata restarmene a casa, non credo sarebbe successo nulla di bello, quindi … a voi tutti, se volete cambiare la vostra vita, se volete migliorare la vostra qualità di vita, se volete liberarvi la mente da pessimismo e pensieri obsoleti, uscite da casa e piuttosto che frequentare bar, salotti, spiagge e centri commerciali, fatevi una bella escursione in mezzo alla natura, siate orgogliosi quando vi tremeranno le gambe dalla fatica ed avrete i piedi appesantiti, siate orgogliosi perchè è il cuore che ve lo chiede, la vostra anima, siate orgogliosi perche è il primo passo verso la libertà, la vostra!!

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Al prossimo racconto,
Memmo Gambina