Ziarat Fajjar – Il granaio islamico

“Ziarat fajjar”, che in lingua araba significa per l’appunto “Visita all’alba!!!”

Già, così recitava il titolo della locandina che un giorno vidi in un bar di Custonaci, un’escursione all’alba, dunque, un altro evento capace di farmi puntare la sveglia alle 04,30 del mattino, bene … ma dove si va?
Sulla locandina c’era scritto: “L’alba al granaio fortificato islamico di Custonaci”, ma sul luogo dell’appuntamento c’era scritto “Castello di Baida”, qualcosa non mi tornava, cosi telefono al numero presente sul cartaceo e parlo con il funzionario che si occupava delle iscrizioni, chiedendo informazioni dettagliate a riguardo, ma mentre lo ascolto, riconosco la voce … e gli dico: – “Ma tu sei Nicolò Reina?”
Miglior persona preparata in materia non avrei potuto trovare!
Nicolò (o Nicola) gestisce l’ufficio turistico di Custonaci, situato nel quartiere Mogli Belle, proprio all’ingresso della strada che conduce alla Baia di Cornino, se andate da quelle parti … fermatevi e fate un giro all’interno dell’ufficio turistico (purtroppo spesso è chiuso e non ho mai capito il motivo), dentro non troverete un semplice ufficio informazioni, ma un vero e proprio museo dell’artigianato, della storia, della cultura del territorio custonacese, per non parlare poi di chi lo gestisce, una persona ricca di passione, preparatissima e con una fantasia sconfinata, di gente come Nicolò ce ne vorrebbero uno ad ogni angolo!

– “Sono in ottime mani!” … ho pensato subito, così, dopo aver raccolto sufficienti informazioni, ho deciso di divulgare la notizia, promuovendo l’evento sulla mia pagina di facebook.

L’alba non è per tutti, così pensavo di non trovare tanta gente, ma mi sbagliavo di grosso, una volta raggiunto il luogo dell’appuntamento, Il Castello di Baida (altro luogo che merita un intero reportage), attorno a me tantissima gente ed un pulmino comunale, già col motore acceso e pronto per la partenza, destinazione Visicari (un borgo antico dove negli anni ’80 viveva un’intera comunità di figli dei fiori, i cosidetti hippies).
Tre sono i trasferimenti che ha dovuto fare il minibus, più di 80 le persone coinvolte in questa esperienza, presenti molte autorità, tra queste … il sindaco di Custonaci Giuseppe Bica, l’archeologo Ignazio Sottile (nostra guida), l’associazione culturale SiciliAntica di Castellammare, il presidente della Pro Loco di Custonaci, Renato Bica, lo scrittore Fabrizio Fonte, lo scultore Giuseppe Cortese, l’autore del blog “Trapani Nostra”, Lorenzo Gigante.

Giunti a destinazione in quel di Visicari, mettiamo piede in una villetta con un panorama mozzafiato, che da lì a pochi minuti ci avrebbe regalato il sorgere del sole, non prima di aver conosciuto Nadir, un artista rovigoto che si è innamorato di questa terra, tanto da decidere di viverci.
Davanti a noi, oltre al sole che sta per raggiungerci, un altro bel regalo: Uno spazio onirico di lettura di alcune poesie a cura di Renato Bica e la bellissima voce del soprano Angela Altese, custonacese doc.
Una volta conclusosi il primo appuntamento, ci spostiamo nel villino adiacente per fare colazione, il sito è notevole, ci troviamo nella sede della “Compagnia dell’ArteMiSia” un circolo Arci che si occupa della promozione e della diffusione della cultura e dell’arte presente sul nostro territorio.

Al termine della colazione, lasciamo che il sole alle nostre spalle faccio il suo corso … e ci dirigiamo distinti in tre differenti gruppi, alla visita dell’antico granaio di recente scoperto.
La nostra guida è Ignazio Sottile, un archeologo castellammarese che come pochi ama questo territorio e ce lo dimostra con il racconto di questo sito, che, vede interessare un’ampia area geografica al confine con i due comuni, quello di Custonaci e quello di Castellammare del Golfo.
Stiamo parlando di Pizzo Monaco, nulla a che vedere con il monte che sovrasta San Vito lo Capo, bensì, quello situato tra le colline di Scopello ed il paese di Balata di Baida, una zona ricca di agricoltura e pastorizia, ma a quanto pare anche di storia di antichissime civiltà, che, si sono insediate centinaia di anni fà in questi magici luoghi, quasi incontaminati.

Tra ottobre e novembre del 2014 sono stati scavati quattro ambienti unicellulari di un sito fortificato posto su una cuspide di calcarenite, a circa 490 metri sul livello del mare. La struttura è parzialmente conservata in alzato, di dimensioni considerevoli (2.500 mq), e racchiude all’interno un totale di circa 55 celle in stato di crollo. Ai piedi del rilievo, nei pressi di una sorgente, insiste un villaggio medievale (rahal/qarya) indagato in precedenti ricognizioni di superficie. Sulla base dei risultati preliminari e dell’interpretazione di fonti scritte sulla Sicilia islamica, nonchè il confronto con strutture similari in area mediterranea, soprattutto in Tunisia, Marocco, o nella Spagna sud-orientale, crediamo che si possa trattare di un’opera comunitaria degli abitanti del vicino villaggio, ma anche di altri insediamenti limitrofi, creata per lo stoccaggio di derrate alimentari, ovvero granaglie.

Si son fatte le 09,30 … ed è l’ora di tornare all’ovile, ma con la consapevolezza di essere riuscito, ancora una volta, a scoprire un altro pezzo del mio territorio, che merita grande rispetto da parte delle istituzioni.
Mi auguro che presto, chi di dovere, provvederà a bonificare l’area ed inserirla all’interno di un circuito turistico, ma non solo, per continuare a promuovere e valorizzare il nostro bellissimo territorio.

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Alla prossima escursione,
Memmo Gambina