Scaminando tra la monnezza

Me l’aveva detto, Mario. «Quando sono nervoso “scamino” nella natura incontaminata e mi rilasso», mi aveva consigliato. Quelle sue parole mi sono rimaste impresse nella mente per diverse settimane ma ho atteso le ferie agostane per metterle in pratica. Finalmente ieri ho deciso di seguire il suo suggerimento. E ho iniziato da uno dei posti che meglio conosco, il litorale che collega il porticciolo di Cornino a Rio Forgia. Non proprio un luogo incontaminato ma sicuramente evocativo per me che ho trascorso da quelle parti le mie estati più felici e spensierate. Una stradella stretta, in basolato, che costeggia i tipici scogli e il mare da una parte, i terreni con le “giummàrre” dall’altra. Si potrebbe camminare per ore, ascoltando la risacca del mare e i frinii delle cicale. Una sorta di ritorno al passato. Perché è un posto per me meraviglioso che conosco come le mie tasche in ogni suo centimetro, in ogni suo pertugio. Lo frequentavo anche quando non ancora era affollato ed era realmente incontaminato. E poi c’è l’aria di mare che non guasta. Insomma, in questo periodo sono parecchio nervoso e mi è parsa una buona idea per smorzare la tensione e rasserenarmi. Ma, si sa, l’uomo è la peggiore bestia di questo mondo. E, forse, anche quella parola, bestia, a volte è poco adatta. Intorno alle 17 di domenica è partita la mia “scaminata” solitaria. Purtroppo, sin da subito, mi sono trovato davanti al mio percorso rifiuti di ogni genere: porte, piastrelle, materiale di risulta, cessi (gabinetti non renderebbe), scarpe di ogni tipo e misura e oggettacci vari oltre alle consuete bottiglie di plastica, ai piatti, a lattine varie e scatole di cartone che un tempo contenevano delle pizze. Tutto in numero indefinito, anche tra gli scogli, qualcuno anche nel mare. Pur non avendoli prodotti io, ne ho raccolti moltissimi e li ho gettati negli appositi contenitori che ci sono ma che sono rigorosamente vuoti. Perché per molti è inspiegabilmente più semplice buttarli per terra o abbandonarli dove capita, piuttosto che gettarli dove vanno gettati. E non è una critica rivolta all’amministrazione ma proprio a questa gente senza senso civico. E c’erano anche innumerevoli rifiuti “del terzo tipo” che evito di specificare per pudore, pur puntualizzando che se non fossero stati usati oggi saremmo molti di più in questo mondo. Nel mio cammino ho incontrato molta gente, intenta a fare jogging o a passeggiare, che, come me, si guardava attorno esterrefatta, incredula, scattando foto e commentando ciascuno col proprio accento. Mi sono un po’ vergognato. La mia “scaminata” è durata un’ora e trenta circa. Ho rievocato i ricordi della mia infanzia ma li ho sporcati con queste nuove immagini. Mario, questa volta non ha funzionato ma ti prometto che ci riproverò. A proposito, consigliami un posto dove posso rilassarmi davvero. Perché quel litorale che ricordavo così bello e incontaminato mi ha trasmesso soltanto tanta tristezza.

Nino Maltese