L’altro “volto” del Platani

“Nato il 4 luglio” … cosa vi ricorda? Forse un famoso film di Oliver Stone con Tom Cruise? Già, bel film quello … che racconta la storia dell’indipendenza degli Stati Uniti d’America.
Lo stesso giorno, in Sicilia, nel 1984 … nasceva la Riserva Naturale Orientata “Foce del Fiume Platani”, nei territori di Ribera e Cattolica Eraclea, proprio a due passi dal promontorio di Capo Bianco, sede dell’antichissima zona archeologica di Eraclea Minoa.
Un lembo di terra di oltre 200 ettari di macchia mediterranea, costituita in prevalenza da un’ampia superficie di spiaggia bianca e da un notevole bosco di pini, eucalipto ed acacia.
Inoltre, sulla Riserva, vi si trova una vegetazione dunale a ridosso della pineta e del fiume che tratta specie erbacee e arbustive che colonizzano e favoriscono la formazione delle dune, le quali, proteggono la vegetazione dalla salsedine e dai forti venti, contribuendo così ad un’importante equilibrio di tutto l’ecosistema: Cannuccia, Giunco, Ravastrello, Erba Kali, Gramigna, Zigolo.

L’escursione è organizzata dalla giovanissima associazione Riberese “Misilcassim”, la quale … proprio in questa giornata, festeggia i tre mesi di attività.
Un lavoro di squadra minuzioso quello di Vito, Carmelo e Giuseppe, tre ragazzi che hanno unito le loro forze e la passione per la natura e le bellezze del proprio territorio.

L’appuntamento è a Borgo Bonsignore, una frazione del comune della vicina Ribera, la città delle arance più buone di Sicilia … eh già … ed è proprio con le arance che inizia la nostra avventura.
Non appena varcato il cancello della Riserva, dopo poche centinaia di metri percorsi sotto l’ombra della pineta … ed allietati da un leggero, ma piacevole venticello di libeccio ed il fastidioso frinìo delle cicale, arriviamo in un’area attrezzata, dove ad attenderci troviamo una tavola preparata ad hoc, colma di succhi di frutta, pane e marmellata, proprio il modo migliore per iniziare la giornata, quest’oggi molto calda.

Il tempo di caricare le pile, che si parte per la nostra missione, Carmelo ci fa da cicerone, raccontandoci aneddoti e curiosità legate a questo pezzo di paradiso, poi … ci si incammina verso il mare, passando però, ancora una volta dal sottobosco, dove incontriamo delle dune di sabbia che iniziamo a costeggiare.
Da lì a poco … vediamo la foce del fiume, che bacia la sabbia , ci siamo ormai sopra e per andare oltre bisogna attraversare il guado, pertanto … c’è chi prende la rincorsa saltando per evitare di togliersi le scarpe, chi invece … non vede l’ora di bagnarsi i piedi per sentire le fresche acque del fiume …
Insomma, si prosegue verso nord, lasciando il mare alle nostre spalle, davanti ai nostri occhi c’è una collina di marna bianca, ma prima … facciamo una piccola sosta didattica all’interno di una grotta, un piccolo anfratto scavato nella bianca roccia che stavamo per scalare.
Fa caldo, tanto caldo … tuttavia è il panorama che si vede dall’alto ad allietare il nostro sforzo per arrivare in cima, da lassù si vede tutta la costa della riserva … da est ad ovest … solo mare e profumo di Sicilia.
C’è vento, il mare è mosso … e la risacca ci regala delle sfumature di bianco sulla distesa d’acqua cristallina che stavamo osservando, con ognuno di noi, sopra la testa … una nuvoletta, dentro la quale vi era illustrato ciò che da lì a poco avremo ritrovato per il consueto battesimo.

Un’altra piccola salita non si fa attendere, nulla di faticoso, ma il caldo demoralizza le prime due persone, le quali preferiscono restarsene giù in spiaggia, anzichè sfidare la fatica della salita fino a giungere nella zona del sito archeologico di Eraclea Minoa.

Purtroppo, il sito, mi lascia l’amaro in bocca, avrei preferito non vederlo, piuttosto che sentire le grida di sofferenza, di un luogo carico di storia, dimenticato dall’uomo, lo stesso che nel 1950 lo fece riemergere dalla polvere degli abissi di sabbia.
Non c’è nessuna giustificazione, questo luogo non merita il degrado in cui si trova:

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Pannelli osceni in plexiglass e acciaio, coprono il suo splendore, grondaie di plastica, deridono l’antica pietra che un tempo veniva adulata, erbacce cresciute nel bel mezzo della necropoli, il tutto … condito da un silenzio tombale.
E’ domenica 3 luglio, le vicine località della provincia agrigentina, sono piene di turisti provenienti da ogni parte del mondo, ovunque, tranne che in questo sito archeologico.
Cosa dovrebbero vedere? Perchè dovrebbero recarsi qui? … e soprattutto a fare cosa?
Davanti al museo c’è un capannone di legno, credo sia un bar … ma è domenica, perchè è chiuso? Nelle vicinanze non c’è una guida, un accompagnatore, del famigerato minotauro … nemmeno l’ombra, qui tutto tace da tanti, troppi anni ormai … ed è ora di svegliarsi da questo lungo letargo!

“Eraclea, il teatro gioiello si sbriciola prigioniero di acciaio e vetroresina”

Ecco cosa scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, in un articolo di un paio di anni fà.

Dopo una breve sosta dedicata al corpo, ci ristoriamo, ci riposiamo sotto l’ombra degli alberi e dopo un po, riprendiamo la marcia del ritorno, finalmente ci attende la lunga spiaggia bianca, quella alla quale avevamo dato appuntamento per il consueto bagno.
Siamo lì, ma attorno a noi scorgiamo qualcosa di insolito, impossibile non farci caso, impossibile restare indifferenti alla cornice di bagnanti, uomini e donne, che come madre natura li ha voluti, se ne stavano completamente nudi sotto il proprio ombrellone.
Eh già. quella in cui eravamo è famosa per essere una delle poche spiagge per nudisti in Sicilia … e noi avevamo sconfinato, mettendo in serio pericolo, la loro sete di relax.

E’ tempo di fare il bagno, la sabbia scotta e fa troppo caldo per stare fuori dall’acqua, ma il vento è davvero forte e in riva al mare è piu facile fare surf che una rilassante nuotata, pertanto … pochi minuti di sana follia, poi tutti arenati come una colonia di foche!
Ancora un’oretta, si chiacchiera, si condividono i pensieri della giornata, poi … si torna alle auto, lasciando sul posto, i soli amici di Ribera, che quel mare lo conoscono bene, gli altri, tutti a Secca Grande a prendere un gelato e per concludere una bellissima giornata fatta di sole, ma anche di tanti nuovi incontri.

Grazie ancora ai ragazzi di Misilcassim e a prestissimo per una nuova escursione!!

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Memmo Gambina