Le Gole di Tiberio

Una giornata da ricordare, quella di domenica 19 Giugno 2016, una giornata iniziata col piede storto per via dell’incessante pioggia trovata dall’ora della partenza a poco prima di pranzo, una pioggia a intermittenza, ma fastidiosa, in quanto ha spento sul nascere la speranza di chi voleva essere presente a questa escursione, ma che non ha resistito alla pressione del cielo grigio … presente dalle finestre delle proprie abitazioni.

Da Trapani a Palermo, lungo la costa … nulla faceva presagire qualcosa di buono, sano ottimismo, eppure lo spirito dei presenti (ben 16) è andato ben oltre ogni aspettativa … ed è così che da quel nulla, mascherato di nero, spunta un arcobaleno che colora i nostri cuori!

Il viaggio ci ha fatto percorrere la medesima strada, ma con tempi diversi, tanto l’obiettivo comune era lo stesso per tutti, vederci al bivio della SP52, quella che porta a San Mauro Castelverde, un bellissimo borgo a 1100 metri di altitudine … nel cuore del Parco delle Madonie.

Sono le ore 9,30 del mattino e gran parte del temporale incontrato alla partenza, sembra solo un vecchio ricordo, davanti a noi un raggio di sole ci illumina il cammino e ci conduce alle porte di queste gole immerse nel verde della natura, dentro le tiepide acque del fiume Pollina, fiume che da lo stesso nome al paesello che strada facendo ci osservava dall’alto.

Si posteggia nell’area sovrastante il geoparco, prendiamo il nostro equipaggiamento e ci mettiamo in cammino, stavolta coi nostri piedi … attraversando una stradina in discesa, che ci conduce all’area attrezzata, dove ci attende Giovanni Nicolosi (Responsabile del Sito) con il suo Staff.
Ci spogliamo, per noi solo un costume addosso, una maglietta e un paio di scarpette da mare, poi … si parte per l’avventura!!
Pochi scalini e via … davanti a noi un panorama molto suggestivo, un torrente di ciotoli che ci regala la sua voce, quella della natura, l’acqua che fa il suo corso e spinge la sua energia verso il mare, ma passando prima dalla gola che ci accingiamo a percorrere con l’ausilio di due gommoni ed altrettante guide munite di pagaia e racconti legati alla storia e alle caratteristiche della gola che ci sta attendendo.

Inizia il nostro viaggio lungo il canyon e i nostri sguardi si posano ovunque, la nostra attenzione non è reciproca, non può esserlo, troppe e contemporanee le cose da dove osservare, dalla strabiliante forma sagomata della roccia, vecchia “solo” alcuni milioni di anni, alle alte pareti ricche di vegetazione e grotte che circandano l’area che stiamo attraversando, agli insetti e alle anguille che popolano le verdi acque del fiume, dove in alcuni punti … superano gli otto metri di profondità.
Non parliamo poi dei riflessi di luce sulle alte pareti rocciose … o ancora il canto dei corvi che si annidano lungo il costone.

Meraviglia della natura … e pensare che in questo posto, fino a qualche anno fa era impossibile accedere, una leggenda su un mostro mitologico che emette paurosi suoni e divora animali, ha sempre fatto perdere la voglia di entrarci ai più coraggiosi, ma di lui … mai nessuna traccia.
Le Gole di Tiberio, chiamate in questo modo per via dell’antichissimo borgo in parte abbandonato di Tiberio che c’è nelle rapide vicinanze, sono così state aperte al pubblico e da una decina d’anni, sono meta di migliaia di visitatori, che vengono fin qui per ammirare il loro splendore e divulgarlo al mondo intero.

Scesi dal canotto, il nostro percorso continua tra i sassi e gli oleandri rosa che colorano il nostro sentiero fluviale, per noi ancora un centinaio di metri, prima di arrivare in un laghetto naturale dove qualcuno di noi decide di fare il bagno, prima di riprendere la via del ritorno.
Il sole è tornato timido a splendere sopra le nostre teste … e con esso anche il buon umore, ora possiamo andare a pranzare soddisfatti e consapevoli che nella giornata odierna, abbiamo fatto più di una semplice escursione, abbiamo infatti nutrito la nostra anima!

Prima di risalire le scale che ci portano all’area attrezzata, ci fermiamo a fare le coccole ad un piccolo corvo impaurito ed infreddolito, che su un ramo d’albero … aspetta che la sua mamma torni a portargli da mangiare.
Qualcuno lo chiama Gino, qualcun’altro Cicci, poi … apprendo il nome ormai ufficiale, Nerone, cosi salutiamo il nostro imperatore e ce ne andiamo a mangiare, che anche il sacco del nostro stomaco appare vuoto e chiede ristoro!

L’escursione è finita? Niente affatto!
Ormai il sole è tornato a scaldare i nostri cuori, cosi dopo un buon caffè … lasciamo le gole per la direzione San Mauro Castelverde, comune di 1800 anime sul “cucuzzolo” di una montagna, dalla quale ci separano solo 14 chilometri.
Non appena giunti in piazza, la gente ci sorride, segno che il buon umore qui è di casa … e in meno di cinque minuti conosciamo tre persone che si chiamano Mauro, nella patria dell’omonimo Santo c’era da aspettarselo!!
– “Siete fortunati!”, ci dice uno di questi Mauro, – “Davanti a voi avete il gruppo folkloristico che sta facendo il giro del paese!” … Cosi decidiamo di fare la stessa strada e andargli dietro.
Siamo circondati da tanta allegria, quella della gente, che respira aria di festa … e la nostra, che rivede il sole baciarci l’anima.

Un’oretta e poi andiamo, diceva Goffredo (il nostro oste), ma son trascorse due orette e mezzo … e noi eravamo ancora lì, non volevamo andarcene, si stava troppo bene!
Raggiungiamo la parte più alta del paese, le rovine del castello, non senza cantare e sorseggiare il liquore “strega” che nel frattempo un simpaticissimo abitante del luogo ci ha offerto.
Quanti incontri in poco tempo, quanti personaggi che hanno animato in appena due orette il nostro giro, proprio un bel paesello!

Alla prossima escursione, cari amici … prendete appunti, la prossima volta che vi affacciate dalla persiana di casa vostra e vedete nero davanti ai vostri occhi, non temete, non è la pioggia che sta arrivando, ma il malumore che non vi lascia … se non uscite da casa.
Il buon umore sta fuori, almeno la domenica uscite … ed andate a cercarvelo!!

Memmo Gambina

Questo slideshow richiede JavaScript.