A spasso per i sentieri della montagna di Erice…cercando la strada giusta!

Non mi stancherò mai di ripeterlo: i sentieri di Erice sono un autentico angolo di paradiso, dove chiunque si può concedere una bella passeggiata tra natura e mura millenarie del borgo medievale. Uno dei tanti “tesori” del Monte. Il percorso che costeggia il paese, passando per porta Carmine e porta Spada, è davvero unico ma in questi anni è stato dimenticato e lasciato in condizioni di abbandono. Nonostante la bellezza del posto ed i tanti luoghi che è possibile raggiungere “scaminando sentieri sentieri” il quadro è però davvero desolante: panchine e tavoli scassati, impianto di illuminazione distrutto, scavi lasciati aperti con fili e tubi penzolanti, le staccionate senza corrimano o del tutto a terra, con i chiodi che affiorano pericolosamente. Per non parlare del cimitero ebraico, da anni pieno di legna secca e quasi nascosto dalla vegetazione.

Eppure stiamo parlando di un posto unico, con un panorama davvero mozzafiato. Ma di una sua valorizzazione nemmeno l’ombra. Nonostante ci siano davvero tutte le condizioni per “volare alto”. Magari puntando su un parco montano. Il che permetterebbe di tutelare il patrimonio della montagna di Erice, puntando al contempo su un nuovo modello di turismo. Se poi è proprio così difficile mettere in campo una strategia che passi da una Riserva ambientale o qualcosa di simile, allora, quanto meno, con un po’ di manutenzione (fatta in maniera costante e non una tantum quando si crea il caso), interventi mirati e promozione ad hoc (oggi con internet non è che ci voglia chissà cosa per fare conoscere le potenzialità di un territorio) si potrebbero già creare i presupposti per cambiare verso, avviando un percorso di rivalutazione del bosco di Erice e dei sentieri che attraversano  in lungo ed in largo la montagna. In altre parti del mondo, con molto meno a disposizione, si sarebbero inventati di tutto per creare una apposita offerta turistica. E qui, dove si sono davvero tutte le condizioni per puntare sul turismo ambientale e sul trekking (settore sempre più in crescita e dalle mille potenzialità, anche nell’ottica della tanto sbandierata destagionalizzazione dei flussi turistici), niente di niente. Addirittura in poco più di due ore è possibile fare il periplo della parte alta della montagna, “giocando” su un dislivello di circa duecento metri, partendo direttamente da porta Trapani, quindi all’ingresso del borgo medievale, arrivando, attraverso i sentieri delle mura, al Quartiere Spagnolo per poi proseguire per il sentiero di porta Castellammare e fare tappa nella chiesa di Sant’Ippolito, a 490 metri di altezza con un panorama davvero d’eccezione tra cielo e mare sul golfo di Bonagia, monte Cofano e tutto l’Agroericino.

Risalendo verso il paese dal lato dei “Runzi” ci sono quindi due opzioni: c’è un primo bivio (destra o sinistra) senza alcuna indicazione. Per andare verso la Torretta Pepoli e porta Trapani bisogna andare a destra. Se invece si imbocca il percorso di sinistra si finisce in zona cimitero dei Cappuccini. Molto sotto il centro abitato. Un altro crocevia si trova poco più: questa volta il cartello c’è, ma è l’ultimo che vedrete:  da un lato Torretta Pepoli, dall’alto per Porta Trapani. Se decidete di risalire verso la Torretta Pepoli e quindi per i giardini del Balio ad un certo punto, percorrendo lo stretto sentiero tutto in salite che si vede a stento a causa dell’erba alta (nascondendo a volte bisce o altri animaletti) si finisce dritto dritto in un vecchio muro di pietra, dove però c’è un bivio ma senza alcuna indicazione: destra o sinistra, dove andare? La risposta giusta è a destra! A saperlo però…

Anche giù, a Sant’Ippolito, ad un certo punto la segnaletica muore: in base alle indicazioni di porta Castellammare (dove tra l’altro c’è sì il cartello, con tanto di tempi stimati di percorrenza, ma non si ha traccia dell’accesso al sentiero visto che nella staccionata non è stato creato alcun varco – della serie che bisogna passare sopra o sotto il corrimano) e più giù ai Runzi, proseguendo dai ruderi della antica chiesa rupestre sarebbe possibile arrivare a porta Spada. Il condizionale è quanto mai d’obbligo, almeno dal mio punto di vista, perché personalmente non ho trovato traccia di indicazioni: poi mi è stato spiegato che avrei dovuto attraversare la strada provinciale per Valderice ed immettermi in un sentiero…ma dove? La prossima volta mi attrezzo con un sfera di cristallo! In base a quanto mi è stato spiegato, avrei anche dovuto vedere sull’asfalto della segnaletica orizzontale ( sempre se non è già scomparsa tra nebbia ed umido)… ma sinceramente cercavo un paletto con una freccia che non ho trovato! La prossima volta sarà mia cura guardare anche per terra…lo prometto!

Non va meglio se, piuttosto che risalire verso il Balio, si decide per proseguire per porta Trapani, costeggiando il percorso che si trova proprio sotto il Castello di Venere (da questa prospettiva si ha il senso della rocca simbolo di Erice e del suo antichissimo “potere” di richiamo per chi arriva dal mare o dall’hinterland sottostante, una cosa che mi ha sempre affascinato tantissimo): dopo un po’ si entra in ciò che resta del bosco per finire proprio sulla strada dei Difali, a pochissima distanza dal cimitero dei Cappuccini: anche qui, niente più indicazioni! Per arrivare a porta Trapani, e quindi alla funivia, bisogna andare a destra o a sinistra? La risposta esatta è a destra, salendo lungo la carreggiata, passando sotto la funiculare per poi di nuovo a destra lungo la scalinata che porta dritto nel piazzale di porta Trapani. Siamo di nuovo in paese! Niente di particolarmente impegnativo insomma… Sempre che uno si sappia orientare bene!

Scusate se mi sono dilungato…ma su questa storia dei sentieri ericini non immaginate i nervi che faccio ogni volta! Eppure basterebbe davvero poco…ma dalle nostra parti è sempre tutto più difficile! Chissà perché…

Mario Torrente

(foto Torrente – in copertina in Quartiere Spagnolo e l’inizio del sentiero di porta Castellammare)