Ossario di Pianto Romano, scaminando sulle orme dei Mille

Dopo una settimana immersi nel tram tram trapanese, tra file in auto e strombazzamenti vari del tragitto, per fortuna breve, casa-lavoro lavoro-casa, un centinaio di telefonate, tonnellate di email su cinque caselle di posta diverse e whatsappate varie arriva puntuale la Domenica.

Appena sveglio doccia veloce, vestiti comodi e subito in macchina per andare in campagna a trovare i miei “vecchi” ad Ummari, che per chi non lo sapesse è un paesino di non più di cento anime a circa 30 km da Trapani, tra Fulgatore e Calatafimi Segesta.

Colazione della mamma, quattro chiacchiere per raccontarsi la settimana e si fa presto mezzogiorno e naturalmente, da tradizione ummarese, è già ora di sedersi a tavola per pranzo, in fretta in fretta che se si inizia troppo tardi mio padre si spazientisce per la fame.

Venti minuti dopo e allargata di due buchi la cintura ognuno prende la sua strada per smaltire la consueta abbuffata ma questa volta non perdo tempo, so già dove andare a “scaminare”.

Si da il caso infatti che a soli 10 km si trovi uno dei monumenti che preferisco tra quelli delle zone prettamente rurali che mi hanno accompagnato nell’infanzia e adolescenza: l’Ossario di Pianto Romano.

Presto fatto, dopo una settimana dove l’unica attività sportiva è rappresentata dalle quattro uscite giornaliere per i bisogni del cane, mi infilo nuovamente in auto per raggiungere Calatafimi Segesta e passeggiare su quella altura dove esattamente 156 anni fa si giocò una partita fondamentale per la futura unità d’Italia, il 15 Maggio del 1860 infatti in questo luogo si combattè la Battaglia di Calatafimi e trentadue anni dopo, esattamente il 15 Maggio del 1892 qui fù eretto questo monumento per custodire i resti dei caduti in battaglia.

Eretto su iniziativa degli stessi cittadini, alla presenza del generale d’Ancien de la Batie rappresentante del re Umberto I, l’allora Sindaco inaugurò quello che da lì in poi diventò l’Ossario di Pianto Romano.

Ossario-Pianto-Romano1Alto ben 33 metri, la sua sagoma piramidale si scorge a chilometri e chilomentri di distanza man mano che, percorrendo la Strada Statale 113, ci si avvicina alla piccola e tortuosa stradina sterrata per raggiungerlo.

Ossario-Pianto-Romano2E gira che ti gira, buca dopo buca, finalmente ci siamo, si lascia la macchina nel piccolissimo spazio destinato allo stallo delle auto e dopo pochi metri siamo a tu per tu con lo splendido monumento progettato dall’architetto palermitano Ernesto Basile, interamente costruito in pietra calcarea di Alcamo.

Base quadrata che attraverso delle gradinate si raccorda all’imponente obelisco adornato nella sua parte centrale da una scultura bronzea raffigurante il simbolo della trinacria, ai lati altri due gruppi bronzei questa volta raffiguranti uno lo sbarco dei mille, il secondo la battaglia di Calatafimi.

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Il custode Girolamo Amato

Oggi siamo stati fortunati, è presente anche il Sig. Girolamo Amato, arzillo custode ottantenne che, tra una lamentela e l’altra sull’Amministrazione Comunale che non cura come dovrebbe questo patrimonio nostrano, ci accompagna pieno di energia percorrendo quei gradoni con lo slancio di un ventenne per poi aprire la porta principale e svelare i “suoi” tesori.

E così varchiamo l’altera porta del sacrario, qui, sono custoditi i resti dei caduti garibaldini e borbonici, divisi tra lato destro e sinistro della piccola sala, all’interno di due grandi custodie lapidee.

Commoventi le immagini raffiguranti i giovanissimi combattenti, uno addirittura di soli 13 anni, che in questo piccolo luogo di conservazione storica vengono ricordati dalle proprie famiglie e dalle rispettive città natie.

Non voglio parlarvi nel dettaglio delle foto e dei documenti che troverete all’interno e che testimoniano un periodo storico tanto importante per il nostro paese, vi invito invece a visitare questo luogo, molto semplice da raggiungere, che saprà di certo regalarvi una mattinata o un pomeriggio speciale.

In auto, in moto, a cavallo, in bicicletta o a piedi (lasciando l’auto all’ingresso della stradina sterrata), qualunque mezzo usiate potrete godervi aria fresca e pura, anche in piena estate, ed una vista mozzafiato.

Giù dal divano, è ora di scaminare!

Leonardo Mazzara – Segui il mio BLOG

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