Le terre dell’oro bianco

In autunno il litorale che va da Trapani a Marsala diventa tutto un susseguirsi di montagnette di sale, con un trionfo di colori che va dal blu del mare al rosa delle vasche dove i salinai in queste settimane sono impegnati nelle operazioni di raccolta, rinnovando una tradizione antica secoli. Panorami incomparabili, che solo qui prendono tonalità e forme irripetibili grazie ad una luce unica. Degna della provincia più vitata d’Italia. A fare da sfondo da un lato c’è Monte Erice ed il centro urbano di Trapani, con il suo brusio e le strade che costeggiano la Riserva naturale delle saline, regno dei fenicotteri rosa ed oltre duecento specie di uccelli. Un’autentica oasi ambientale dove l’attività dell’uomo si intreccia con i delicati equilibri naturalistici. Dall’altro c’è Nubia, con i suoi mulini, il Museo del Sale e l’antica Torre che guarda verso le isole Egadi. Dalla città alla località che rientra nel territorio del Comune di Paceco il passo è davvero breve. Pochi minuti di macchina e già ci si ritrova quasi in un’altra dimensione. Con il sottofondo dei tanti uccelli che vivono tra l’acqua delle saline e le sottili lingue di terra che separano una vasca dall’altra. Magari trovando riparo nei ruderi di qualche vecchio mulino che attende di essere ristrutturato. Prima di crollare definitivamente. Ancora oggi queste antiche strutture riempiono le scena dei panorami trapanesi. Un tempo, sfruttando l’energia del vento, venivano usati per sollevare l’acqua attraverso le spire di Archimede o a fare girare le macine per triturare il sale grezzo appena raccolto. Oggi le pale degli antichi mulini che ancora “resistono” riempiono la scene della Riserva delle Saline di Trapani e Paceco, gestita dal Wwf, arrivando fino a quella dello Stagnone. Regalando scorci davvero suggestivi in un contrasto di colori che dona un grande senso di quiete e serenità. Sopratutto al tramonto o alle prime luci del mattino con il sole che sorge da dietro i monti dell’entroterra trapanese. Diversi i punti dove fermarsi a fare qualche fotografia mozzafiato. C’è la via del sale, che per un tratto si può fare anche a piedi percorrendo la pista ciclabile mai ultimata. Si parte praticamente dalla via Libica, alle porte del centro urbano di Trapani, per poi costeggiare le prime vasche delle saline, quelle più vicine alla zona industriale della città. Una contiguità che stona non poco con il delicato habitat di questi posti. Ma l’agglomerato urbano si è andato espandendo guadagnando spazio dove prima c’erano saline, canali e paludi. Il cemento si è fermato poco prima del Mulino Maria Stella,  uno dei simboli di Trapani, dove si trova il Centro visite della Riserva. Le pale del mulino guardano verso le saline, con alle spalle gli stabilimenti. Affianco una salina dove spesso si possono vedere i fenicotteri. Così come nelle vasche che si trovano nell’altro lato della strada provinciale 21. Conosciuta come la via del sale. Un itinerario che permette di addentrarsi in un modo carico di colori e profumi inebrianti. Proseguendo verso Nubia a destra si possono ammirare le saline e qualche mulino ancora in piedi. Un punto di osservazione davvero particolare, che regala prospettive da incorniciare ogni giorno. Il luogo ideale per gli amanti della fotografia, sopratutto quella paesaggistica, che ad un tiro di schioppo dalla città possono immergersi in un contesto incantevole caratterizzato da una luce unica, sempre diversa e che permette di spaziare con qualsiasi macchina fotografica. Smartphone compresi. Cosi, dall’alba al tramonto c’è sempre uno scatto da fare che sarà solo ed esclusivamente per quel momento. Magari giocando con i riflessi delle nuvole che si specchiano sull’acqua. Con la scena spesso riempita da stormi di uccelli in volo e dai fenicotteri con la testa immersa in acqua alla ricerca dei gamberetti che danno alle loro piume il caratteristico colore rosa. Crostacei che a sua volta si nutrono di una particolare alga che conferisce il tipico colore rosa alla vasche più basse durante il periodo della raccolta del sale. La pista ciclabile si interrompe poco prima del ponte ce passa sopra il torrente Lenzi. Bisogna quindi andare sull’asfalto della strada provinciale e arrivare a Nubia dove la passeggiata tra le saline continua in un contesto decisamente più silenzioso, lontano dal rumore delle auto in transito lungo la sp 21. Questo è uno dei periodi ideali per concedersi una passeggiata in queste zone. La raccolta del sale riempie di bianco le vasche, con i piccoli cumuli e le montagnette sparse tutt’attorno. La magia “scoppia” al tramonto, con il sole che cala da dietro le isole Egadi in un trionfo di colori e riflessi sull’acqua. Con la Torre di Nubia che assieme alle nuvole si specchia sulla salina che si trova proprio davanti il Museo del Sale. Da dove e possibile spostarsi da una sponda all’altra camminando su stretti corridoi. E l’effetto, dalla strada, è davvero suggestivo. Una location meravigliosa per ammirare il crepuscolo incorniciata sempre da sfumature da incanto. Sicuramente uno dei punti più belli e particolari dove andare a fotografare tramonti.  Ma dal litorale di mare antistante la Torre lo spettacolo è garantito. Le piccole barche ormeggiate davanti il lungomare riempiono la scena.  Uno scenario meraviglioso che si rinnova anche spostandosi tra le saline ed i canali dove un tempo navigavano gli schifazzi e le altre barche trapanesi carichi di sale ed altri prodotti. Un viaggio nella grande bellezza di queste terre continua tra i campi di aglio rosso e meloni per arrivare fino a Marausa e quindi nello Stagnone, con le sue isole e la laguna famosa in tutto il mondo per Mozia ed i suoi tesori arrivati dal passato. Anche qui è un susseguirsi di vasche, mulini e montagnette di sale. L’oro bianco, che qui regna incontrastato.

Mario Torrente

 

 

(foto Mario Torrente)