Pedalando a Favignana

Non solo trekking ma anche passeggiate in bicicletta e tuffi nel mare cristallino dell’arcipelago delle Egadi. Il Cai di Erice ha aperto il programma delle uscite autunno-inverno 2018/2019 non una ciclo escursione a Favignana alla scoperta dell’isola. Il gruppo ha percorso in bici circa 25 chilometri, concedendosi, durante le soste, degli indimenticabili tuffi nel mare cristallino dell’arcipelago. Il gruppo, partito dal porto di Favignana, ha inizialmente percorso la costa Nord, passando da alcune delle località più famose dell’isola come Scalo Cavallo e Cala Rossa per arrivare al Bue Marino, dove è stato impossibile resistere al “richiamo” del mare concedendosi un primo tuffo, complice una meravigliosa giornata di fine settembre, dai colori e dalle temperature estive. Favignana si è così manifestata al clou della sua bellezza. Ed il tour in bici ha permesso di ammirare l’isola in tutto il suo fascino, con la bandiera del Cai che ha sventolato, tra foto di gruppo e selfie, praticamente in tutti gli angoli più suggestivi della “farfalla sul mare”, così viene chiamata la maggiore dell’arcipelago delle Egadi per le sue forme delicate che ricordano tango il batter d’ali di una farfalla. Dal Bue Marino il gruppo ha proseguito in direzione Cala Azzurra, per passare da Punta Fanfalo, la Grotta Perciata e fare una seconda “sosta-mare” ai Calamoni. Dopo un veloce pranzo a sacco a punta Lunga, i soci ed i simpatizzanti del Cai sono tornati in sella alle biciclette per dirigersi verso Punta Sottile, nel versante Nord Ovest dell’isola, con il suo faro e Cala Grande. Anche qui è stato impossibile resistere al richiamo del mare, per tornare a tuffarsi nelle acque egadine per un bagno rigenerante dopo la pedalata fino al lato di Favignana che guarda su Marettimo. Che da questa prospettiva, nelle belle giornata, si manifesta in tutta la sua maestosità. La ciclo escursione è proseguita tra le stradine della costa, passando dalla zona del “Bosco” per fare tappa a Cala Rotonda, una delle mete decisamente più particolari e affascinanti dell’isola, da dove si possono ammirare dei tramonti da incanto sul mar Mediterraneo. Pedalando pedalando il gruppo ha continuato a costeggiare il lato Sud di Favignana per poi dirigersi verso il centro abitato dove ha fatto ritorno attorno dopo oltre cinque ore di passeggiata in bicicletta e circa 25 chilometri percorsi. Una volta rientrati in paese, per “scaricare” la stanchezza i soci del Cai di Erice si sono concessi un ultimo bagno ristoratore della spiaggetta antistante il porto prima della visita guidata nell’ex stabilimento Florio, un tempo una importante e rinomata industria leader della produzione ed inscatolamento di tonno. Qui la signora Francesca, “”, ha accompagnato i visitatori in un tour alla scoperta della storia millenaria di Favignana, dalla battaglia delle Egadi del 241 a.C. con i rostri recentemente recuperati dai fondali del mare antistante l’isola di Levanzo, fino agli ultimi anni di vita dello stabilimento Florio, raccontando uno spaccato di vita dell’isola che per decenni ha dato lavoro a ottocento favignanesi. La visita guidata tra le bellissime sale espositive allestite dentro la grande struttura si è conclusa davanti un modellino delle reti della Tonnara realizzato dal rais Gioacchino Cataldo, una delle figure più famose e conosciute dell’isola, scomparso di recente. Davanti al modellino, della grande “Trizzana” dove ancora sono custoditi i vascelli della Tonnara di Favignana, la signora Francesca ha spiegato il funzionamento delle reti e dell’antico sistema di pesca. Un tour davvero emozionante, che Roberta Zaccarini Fazio ha sintetizzato così: Varcare il cancello dell’ex Stabilimento Florio di Favignana ti porta come in un vortice del passato. “La tabella che ricorda che nel 1859 sono stati pescati 10.159 tonni ti fa sentire d’incanto le voci delle oltre settecento persone che a quel tipo li lavoravano e vivevano. Quanta vita è passata sotto questo archi …….quante generazioni sono vissute qui grazie alla Tonnara e ai tonni. Oggi resta un luogo di archeologia industriale che vale la pena di conoscere soprattutto se raccontato da Francesca “la figlia di uno degli operai” che ci ha fatto sentire tutto l’amore e l’orgoglio che questo luogo ha generato”.

 

Mario Torrente