Nel cuore della Sicilia alla scoperta dei «tesori» di Caltavuturo

La Sicilia, con i suoi territori incontaminati, nasconde ancora paesaggi in grado di togliere il fiato, conserva colori, odori e storie millenarie che invadono i sensi e penetrano nel profondo dell’anima. Angoli di paradiso non ancora violati dall’uomo, dove il silenzio è rotto soltanto dal fruscio del vento o dallo scorrere delle limpide acque delle Gole di Gazzara, che si spezzano su rocce bianche come la neve. La natura verde e selvaggia di Caltavuturo ha destato in noi nuove e forti emozioni; questo piccolo centro ci ha accolto a modo suo, in difesa dei suoi luoghi, quelli tanto cari ai suoi quasi 3 mila abitanti che con occhi attenti e curiosi hanno scrutato ogni nostro passo, prima con diffidenza e poi con il cuore in mano, condividendo con noi anche l’intimità della propria casa e trasferendoci quel calore familiare, dove la narrazione dei luoghi è passata dalle olive appena raccolte e sapientemente condite, alla pasta col finocchietto fresco cucinata con le pentole di rame della nonna. Ubicato nell’entroterra della valle di Himera, al centro del Parco delle Madonie, Caltavuturo ci ha regalato sensazioni difficili da dimenticare, grazie soprattutto a Tommaso Muscarella, la nostra guida eccezionale, che ci ha insegnato che anche gli alberi e i luoghi hanno un’anima e una storia da raccontare.
La nostra prima meta è stata la Rocca di Sciara, un’area interessantissima dal punto di vista geologico che ci ha offerto un paesaggio di rara bellezza, con le sue rocce a forma dorsale, risalenti a 24 milioni di anni fa, formate da sedimenti di origine marina. Al suo interno una sorprendente distesa di sabbia nera, dove siamo sprofondati sotto la calura di un sabato primaverile. La seconda tappa della giornata è stata la visita alle Gole di Gazzara che ci hanno visto protagonisti di un’avventura degna del più ardito degli escursionisti. Dopo una lunga passeggiata fra la natura incontaminata, ci siamo ritrovati dentro il solco che separa la collina di Breo e la collina di Cozzo Russo, poco fuori il paese, un vero e proprio canyon fluviale scolpito nelle due imponenti rocce che attraverso piccole cascate termina a valle nutrendo un corso d’acqua dolce, mite e a tratti robusto. Un paradiso terrestre unico nel suo genere, che abbiamo attraversato con estremo coraggio e abilità, saltellando sulle punte delle rocce che affioravano dall’acqua, senza mai caderci dentro.
La scelta di trascorrere la Pasqua in maniera diversa dalla tradizione, si è rivelata vincente e molto divertente. Domenica di Pasqua a bordo della Jeep giallo safari del 1972, restaurata dalle mani appassionate di Tommaso, stipati come sardine e felici come scolari alla loro prima gita, dopo aver sfiorato, senza mai toccare, tutti gli spigoli delle case incontrate lungo lo stretto percorso fin fuori il centro abitato, siamo arrivati al “Parco dei Mostri”. Un uliveto millenario pazzesco, popolato da centinaia di alberi secolari, tutti vivi ed espressivi, tutti parlanti alla ns “pareidolia”, tutti con una storia di vita millenaria e di sofferenza da raccontare. Siamo stati catturati dalle forme che ognuno di noi riusciva a cogliere in ciascuno di loro, esseri maestosi, a tratti benevoli e a tratti paurosi. Un gioco di transfert fra noi e quelle straordinarie creature, alberi apparentemente immobili, ma in grado di dar vita a personaggi fantastici e immaginari e far resuscitare, antichi demoni e desideri, sogni e illusioni chiusi dentro di noi. Da li abbiamo raggiunto a piedi i posti più inaccessibili e incredibili della Valle del lupo: il Bosco di Pietra e la Grotta dei Briganti, luoghi leggendari, vicini, ma nello stesso tempo lontani, un viaggio spazio temporale, dove a fare da padrona è la fitta vegetazione, il silenzio e il segno del tempo scolpito sulle rocce. Chiudiamo l’escursione in cima al paese a Terra-Mannari con visita al Castello di Caltavuturo le cui vestigia dominano la valle dell’Himera e ci mostrano i segni di una civiltà antica sopita dal tempo dall’identità ancora indomita. Un angolo di mondo, Caltavuturo, dove la magia dei luoghi si è congiunta con i personaggi del posto dando vita a storie fantastiche e ad esperienze autentiche e profondamente suggestive, per chi come noi ha avuto la fortuna di viverle.

Di Annalisa Castiglione
Foto: Vincenzo Fazio