Nel Covo di Dragut

La provincia di Trapani è un territorio tutto da scoprire, dal mare alla montagna passando per le sue campagne, i borghi e le tante località che incantano i visitatori per le loro bellezze. Tra queste che San Vito lo Capo, rinomata meta turistica, apprezzata per la sua spiaggia, il mare cristallino e l’affascinante centro abitato, ad un tiro di schioppo dalla Riserva dello Zingaro. E proprio lungo la strada che porta nell’area protetta, lungo le coste di Cala Firriato, si trova il lago di Venere, luogo meraviglioso immerso nella natura e nel sottofondo della risacca, spetto meta di escursionisti che decidono di fare un trekking per immergersi nel blu di questo specchio di mare dove la bellezza del posto si intreccia con le storie dei pirati. Si dice infatti che questa caletta, un tempo conosciuta come “punta Tannure”, fu uno dei covi del corsaro ottomano Dragut, chiamato “la spada vendicatrice dell’Islam” per la spietatezza delle sue azioni, attaccando e depredando le città prede di mira. Facendo. Molte delle scorrerie e dei saccheggi furono ai danni delle popolazioni costiere napoletane e siciliane. Ma non solo. Le leggende su Dragut aleggiano ancora tra Favignana, Cofano e San Vito, dove si dice che il pirata avrebbe dato fondo diverse volte. Ed il lago di Venere, con le sue storie di pirati, è stata una delle tappe dei Sentieri di Gù di Memmo Gambina, in una delle escursioni che dal verde primaverile dei sentieri è culminata al blu del mare di Cala Firriato. Un’esperienza sensoriale carica di emozioni, raccontata così da Valeria Ricupero.

Ci sono emozioni quiete di quelle che non ti sconquassano il cuore ma ti fanno stare bene in armonia dentro e fuori.
Sono giorni in cui i tormenti sono un ricordo e l’urgenza di risolvere e di trovare appagamento è una non – appartenza, qualcosa di estraneo che non mi riguarda più.
Oggi è un giorno di questi!!!
Mi sono guardata dentro sul crinale della scogliera e ho visto una distesa azzurra e trasparente come il mare… Il mare dentro che non rumoreggia tumultuoso ma dolce lambisce la mia anima. Siamo un gruppetto di pellegrini, in questa vita ci aggiustiamo ognuno come può… godiamo di questo spettacolo meraviglioso che andiamo cercando anzi bramando fuori dalla quotidianità per trovare chissà un senso più vero a tutte le cose. In questa distesa aequorea rappresentiamo il limite tra le nostre certezze e l’infinito perdersi delle domande che mai forse avranno risposte.
Ma servono davvero le risposte?
Rimangono, sotto il velo d’acciaio dell’acqua noi ci giriamo come i girasoli al primo luccichio di un raggio di sole e ci spaparazziamo vanitosi e consapevoli della nostra bellezza fatta di natura e vita, piccole bestie che si riappropiano del loro spirito selvaggio e avventuroso
Che poi essere in simbiosi con Dragut è essere almeno per un giorno ladri di spensieratezza e con la segreta speranza che arrivi qui a rapirci il nostro pirata… Che noi ce lo meritiamo forte e generoso e che dipani ai nostri occhi le meraviglie del suo forziere
Per oggi ci siamo deliziati comunque della Kambusa di Laura e Giuseppe… e nel covo abbiamo trovato le sorprese di Mr e M.rs Gu.
Ho imbarcato i miei vecchi pensieri sul barcone di Dragut e hanno preso il largo.
Sto “qui ed ora” e sono ieri e sono oggi… ma soprattutto sono il mio domani!

Valeria Ricupero