Prima e dopo l’incendio

Un angolo di paradiso ridotto in cenere. Lo scorso luglio un terribile incendio ha devastato il versante Nord di monte Inici, il lato che si affaccia su Castellammare del Golfo. Qualche giorno prima era toccato alla montagna di Erice. Ed il fuoco ha continuato a divorare ettari ed ettari di bosco e macchia mediterranea, passando per tanti “tesori” della provincia di Trapani, tra i territori più incendiati d’Italia. Le ferite di quell’annus horribilis sono ancora evidenti. Ed a  Monte Inici lo scenario, con tutti quegli alberi bruciati, è davvero spettrale. C’ero stato ai primi di maggio, per una bellissima escursione del Cai nella fosse del Bove. Ci sono tornato ieri. E credetemi, mi si è chiuso il cuore. Mi veniva da piangere. Ed alla tristezza si alternava la rabbia per questo ennesimo scempio ambientale. Quel luogo di incanto dove ho camminato appena nove mesi addietro assieme ai miei amici del Cai non esiste più. È tutto bruciato. Della rigogliosa vegetazione che ho fotografato durante quella uscita resta ormai solo un ricordo. Gli alberi che svettavano verso il cielo con le loro creste verdi sono ridotti a scheletri, che prima o poi cadranno con i loro rami dove ormai non scorre più clorofilla. Non danno più ossigeno. Non trattengono più il terreno con le loro radici. Non avvolgono più nessun escursionista, regalando quel prezioso senso di quiete e pace che nutre l’anima. La fossa del Bove è diventata un “cimitero” di alberi bruciati. Una tristezza infinita, accompagnata da sentimenti di rabbia. Il nostro patrimonio ambientale rischia di scomparire. Ormai resta sempre meno da salvare. Dai boschi incendiati arriva un “grido” di dolore e di aiuto, che purtroppo pochi sentono. Ma la posta in ballo è troppo alta. Si parla di futuro. E del mondo che lasceremo ai nostri figli. La difesa e salvaguardia del patrimonio ambientale, oggi più che mai, dovrebbe essere una priorità per tutti. Ognuno di noi può fare tanto. Con piccoli gesti e le giuste sensibilità che alla fine si tramutano in più attenzione ed interventi di salvaguardia da parte delle istituzioni. Le politiche “verdi” si nutrono del pressing e delle richieste dei cittadini. Il motore di ogni cosa resta sempre l’amore per il territorio e per i suoi “tesori”.

Mario Torrente

 

La fossa del Bove a maggio 2017 prima dell’incendio di luglio

 

La fossa del Bove a gennaio 2018 dopo l’incendio di luglio