La Madonna che arriva dal mare

Le processioni in mare hanno qualcosa di unico. Tramandano riti e legami antichi, scritti nel dna delle comunità. Allontanano paure, alimentano le speranze. Sono cariche di devozione, soprattutto tra la gente di mare, che spesso ha un rapporto tutto suo con la fede. Ma a bordo delle loro barche non possono mancare le icone religiose, come quella di “Santu Patre”, il San Francesco di Paola patrono dei naviganti e pescatori, ma anche quelle della Madonna. Ancor più se arrivata dal mare, come tramanda la leggenda della Madonna di Custonaci, patrona dell’Ageoericino, quell’angolo di paradiso che abbraccia il territorio compreso tra monte Cofano e la montagna di Erice. Una zona per lo più legata per lo più alle attività di campagna e un po’ meno a quelle di mare, con la sola eccezione di Bonagia, borgo marinaro la cui storia rimanda alla tradizione della Tonnara, la pesca del tonno fatta con un sistema di reti che si conclude con la “mattanza” e che veniva praticata anche a Cofano, in quello che oggi è un piccolo villaggio “dei pescatori” dominato da una Torre che si affaccia nel golfo di Macari. Ed proprio nel mare di questa maestosa montagna, che a vederla dal basso sembra imprendibile, con quella pareti così ripide, che ricordano le dolomiti, e le sue torri di avvistamento che secoli addietro servivano ad avvistare le navi dei pirati, che ogni ultimo lunedì del mese di agosto si rinnova il rito della rievocazione dello sbarco della Madonna di Custonaci.

Secondo la leggenda questo meraviglioso quadro, che raffigura Maria Santissima che allatta al seno il bambinello Gesù, arrivò a Cala Buguto, nel mare antistante Monte Cofano per l’appunto, a seguito del naufragio di un veliero. E così i marinai, in segno di ringraziamento alla Vergine  per aver salvato loro la vita, decisero di costruire una piccola cappella. Successivamente fu eretto un vero e proprio Santuario, attorno al quale è sorto il centro abitato di Custonaci. La città oggi famosa per il suo marmo pregiato che si affaccia in un luogo carico di bellezza e storia.

La rievocazione dell’arrivo della Madonna dal mare è sicuramente uno dei momenti più suggestivi dei festeggiamenti in onore di Maria Santissima, patrona dell’Agroericino. Così, all’imbrunire, ogni anno si rinnova il tradizionale rito dello sbarco del quadro della Madonna di Custonaci nelle coste di Cornino, con l’immagine della Vergine trasportata a bordo di un veliero che dalla punta di Cofano, all’altezza della torre di San Giovanni, fa vele vela verso Cala Buguto, quasi “danzando” con le onde, accompagnata da decine e decine di barche e salutata dallo squillo delle sirene e dai tanti “Viva Maria Santissima di Custonaci. Una vera e propria processione in mare, un po’ diversa rispetto a quelle delle comunità marinare caratterizzate dalla presenza delle barche dei pescatori, carica comunque di emozioni e resa ancora più suggestiva dai colori del tramonto in uno degli specchi d’acqua più belli del golfo di Bonagia. Forse della Sicilia. Col il sole che scompare all’orizzonte “immergendosi” in mare regalando una esplosione di colori mozzafiato. Ed è un autentico trionfo di sfumature, che vanno dal rosso al glicine, passando per il verde ed il blu del crepuscolo.

Una volta arrivato davanti la spiaggia di Cornino, gremita come non mai di fedeli, il quadro della Madonna di Custonaci, durante la navigazione posizionato a prua, viene sceso su una piccola barca in legno per essere portato a terra salutato da un lungo applauso. Dopodichè l’effige religiosa viene trasportata al Santuario di Custonaci, in un processione che, dopo quelle in mare, continua sulla terraferma. Dopo questo primo appuntamento il quadro della Madonna tornerà in processione  due giorni dopo, il mercoledì pomeriggio, così come avviene anche ad Erice, con l’immagine della Vergine che percorre le vie del borgo medievale accompagnata da centinaia di fedele. In quella che, sicuramente, è la giornata più importante per queste comunità. Un patrimonio di fede e tradizione che si tramanda da padre in figlio. E che nonostante il passare del tempo, continua ad alimentare la devozione delle genti dell’Agroericino per la loro patrona.

Mario Torrente

 

 

(foto Mario Torrente)