Sua maestà il Real Duomo

È uno dei simboli di Erice. A cui i muntisi sono particolarmente legati anche perché al suo interno è custodita l’immagine raffigurante la Madonna di Custonaci, la patrona dell’interno Agroericino che esce in processione ogni ultimo mercoledì di agosto. E passeggiando per le vie del borgo medievale, nei pressi di porta Trapani, proprio all’inizio del centro abitato, si resta colpiti dalla maestosità e bellezza di questa stupenda chiesa, che si erge imponente  verso il cielo. Così carica di fede, di storia e di fascino. Da vedere assolutamente, anche dentro con la particolare illuminazione su volte e navate. Unico poi il panorama sui tetti delle case ericine che si gode dal suo campanile. Ma guardando a Nord, a volte, con un po’ di fortuna, si può ammirare il tappetto di nuvole che si forma a metà montagna per l’umidità che sale dal mare. Regalando una visuale davvero unica. Sembra proprio di essere sospesi nel blu del cielo, guardando il bianco delle nuvole dall’alto verso il basso. Quando la nebbia “sale” dal mare arrivando in paese, avvolgendo con il suo abbraccio la cittadina, la Matrice sembra quasi scomparire in un suggestivo gioco di luci ed ombre. Il Duomo si manifesta in tutto il suo splendore, con il campanile che svetta verso il cielo, in quelle notti senza un briciolo di umidità. Posizionandosi nei pressi della vecchia funivia, si riesce ad ammirare l’edificio religioso in tutta la sua imponenza. Cogliendone il fascino e quella capacità di emozionare tipica del borgo medievale.

La Matrice, la chiesa Madre di Erice, è stata costruita nei primi decenni del milletrecento. Il coronamento merlato che orna il prospetto ricorda che il Real Duomo, dedicato all’Assunta, venne eretto per volontà di un sovrano, re Federico III d’Aragona. Venne aperta al culto nel 1339 per essere ultimata definitivamente attorno al 1372. Originariamente, secondo la tradizione, nel punto in cui venne eretto l’edificio sacro,  si trovava la cappella della Vergine Assunta, il primo edificio cristiano innalzato ad Erice, nel quarto secolo dopo Cristo, per volere dell’imperatore Costantino. Dopo un crollo, nel 1852 iniziarono i lavori di restauro che hanno radicalmente cambiato l’interno, con l’attuale stile neogotico, mentre il prospetto esterno è rimasto tale e quale. Il pronao fu aggiunto successivamente, nel XV secolo. Il campanile, alto 26 metri con mura spesse circa 2 metri, originariamente era una torre di avvistamento militare costruita tra il XIII ed il XIV secolo durante la guerra del Vespro da Federico II d’Aragona. Sulla cima della torre campanaria, dopo i 110 gradini della ripida scalinata, a chiocciola nella sua parte finale, si può godere di un panorama mozzafiato sul borgo di Erice, arrivando fino alle Torri del Balio ed al Castello di Venere. Ed un sottile filo unisce l’edificio religioso al tempio che fu della dea dell’amore, che si trova proprio nella parte opposta del borgo medievale. Nel lato Sud del muro della Matrice ancora oggi sono ben visibili le nove croci incastonate nella spessa parte estera della chiesa madre di Erice, che secondo la tradizione sarebbero state realizzate proprio con il materiale proveniente dal tempio man mano che veniva smantellato. Con l’obiettivo di estirpare i riti pagani legati alla dea Venere. Il cui culto ha resistito per secoli anche dopo l’avvento della religione cattolica, che si affermò definitivamente attorno al sedicesimo secolo, quando prese il sopravvento la devozione per l’immagine di Maria Santissima di Custonaci,  che secondo la leggenda sarebbe arrivata dal mare a bordo di un veliero scampato ad una tempesta. Quel quadro, raffigurante una bellissima Madonna con il bambin Gesù, da subito entrò nel cuore delle popolazioni dell’Agroericino, che le attribuirono poteri taumaturgici.  Tant’è che durante i trasporti da Custonaci ad Erice i bambini malati venivano poggiati sulla vara portata a spalla per farli guarire. Il quadro originale si trova all’interno del Santuario di Custonaci mentre nel Duomo di Erice si trova una seconda immagine realizzata nel 1891 da Michele Corteggiani per restare al Monte ed andare in processione ogni ultimo mercoledì di agosto.

Così, tanto per saperne di più sui tesori di casa nostra.

Ps: è bellissima! E se ami Erice, ogni volta che la guardi, ti emozioni…

Mario Torrente