La furia di Poseidone

Il mare in tempesta ha sempre il suo fascino. Visto da terra, si intende. Ritrovarsi nel bel mezzo di una burrasca, a bordo di una nave, cambia radicalmente le cose. È sempre una questione di punti di vista. Lo sanno bene tutti i marinai che spesso si ritrovano sballottati da una parte all’altra, con le loro navi e pescherecci nel bel mezzo delle mareggiate e con una rotta comunque da tenere. Una rete da tirare. Un lavoro da portare a termine. Nonostante tutto. E tra un “corpo ri mare” e l’altro, tra un “sali e scendi”, un rollio ed un beccheggio, prima o poi si entrerà in porto. Ma dopo avere messo piede a terra, eccoli subito pronti a ripartire. Con la prua di nuovo che punta al largo. Verso nuove avventure. Con altre onde da sfidare. Impossibile, per loro, stare lontani da quel mare che è libertà e vita. Che sa essere gentile e generoso, ma anche furioso e feroce nel portarsi via tante vite ed inghiottendo grandi e robuste navi. Nonostante i progressi dell’ingegneria navale e le tecnologie sempre più moderne. Il mare vince sempre. Non c’è storia. E quelle onde che si infrangono impetuose sugli scogli ci ricordano come stanno le cose. Offrendo, da terra, uno spettacolo che nutre l’anima. Con quelle mareggiate che, spinte dal Maestrale, si dirigono dritte dritte verso la costa, alte e maestose, con la cresta bianca pronta ad aggredire la scogliera. Con quei flutti che si innalzano verso il cielo. Quasi volessero scuotere la terra o strapparne dei pezzi.

La furia del mare evoca emozioni ed immagini. Le più antiche sono quelle che rimandando a Poseidone, il dio del mare e dei terremoti, che con il suo tridente, secondo la mitologia, quando era adirato provocava tempeste e maremoti.  Scagliando così la forza della natura contro la terra e gli uomini. Impotenti davanti ad eventi così violenti, che creano danni e portano via vite.  Ira di Poseidone o no che sia, di sicuro c’è che quando arriva la burrasca la sensazione resta sempre quella di una grande “incazzatura” del mare. La potenza delle onde in tempesta lascia senza parole, affascina con la sua maestosità e bellezza. Regalando la possibilità di catturare delle immagini molto particolari, in grado di suscitare delle emozioni.

Quando arriva la bufera, se posso, vaso sempre a scattare qualche foto. Mentre soffia forte vento da Nord, la costa trapanese si ritrova in balia delle mareggiate che aggrediscono tutto il litorale che guarda sul Tirreno. Dal Lazzaretto e Torre di Ligny, nei pressi del porto peschereccio di Trapani, passando per tutta la costa, dalle pendici della montagna di Erice fino a quelle di monte Cofano, nell’incantevole Cala Bukuto di Cornino. Ed in alcuni punti si ha la sensazione di essere in navigazione, tante sono alte ed imponenti le onde. Regalando un autentico spettacolo della natura, con il tipico brusio del vento e dei cavalloni che, con un po’ di immaginazione, sembrano mandati direttamente da Poseidone. Guardando le mareggiate da una prospettiva laterale si ha l’impressione di vedere dei cavalli sbizzarriti che vanno verso la costa. Del resto, secondo la mitologia, Poseidone con il suo tridente della schiuma del mare generava proprio i cavalli…

Tra i posti più caratteristici dove andare, ad un tiro di schioppo da Trapani, c’è Bonagia, dove i marosi entrano fin dentro il piccolo porto senza alcun ostacolo, mancando praticamente una diga foranea a protezione del bacino portuale. Lo sanno bene i pescatori ed i diportisti che durante l’estate vivono sempre col patema d’animo di qualche “Maestralata”. O peggio della Tramontana. Dal piccolo molo si coglie la potenza delle onde che aggrediscono il golfetto dominato dalla torre della tonnara e che si chiude ad Ovest con la secca del nono chilometro, a circa un miglio dalla costa, dove il basso fondale  crea una grande chiazza bianca con le creste delle mega onde che si alzano per diversi metri. Un vero e proprio “ribollire” del mare che si vede ad occhio nudo dalla costa.

Lo spettacolo si fa ancora più suggestivo andando verso la  caletta della “pisciazzella”, affacciandosi  sul versante di Monte Cofano. In alcuni scogli le onde sembrano quasi “esplodere”. Da questa parte con la Tramontana ed il Grecale forte le mareggiate si scagliano contro il litorale con grande bellezza, complice anche il panorama che abbraccia tutto l’Agroericino e la montagna di Erice. Da dove Venere, volendo sempre fantasticare un po’ con i miti del passato, nonostante l’ira di Nettuno, continua a vegliare sui naviganti dal suo tempio-fortezza sulla cima del Monte. Del resto la leggenda vuole che la dea dell’amore sia nata proprio dal mare. Non poteva essere altrimenti per la divinità simbolo della fertilità e della bellezza.

Mario Torrente

 

(Foto Mario Torrente)