L’anello di Cofano

È sicuramente una delle più belle escursioni della provincia di Trapani. Carica di fascino e meraviglie paesaggistiche, ma anche di antichi miti e leggende. Una addirittura rimanda al tesoro del Pirata Dragut. Altre narrano dell’amore per una donna del luogo da parte di un “saraceno”, finito però in maniera drammatica. Racconti che ricordano eventi tristi, come quello del “velo della sposa”, o di punti di crocevia tra più paesi, come per il “passo della zita”. Ed ancora di eremiti, di antichi Crocifissi, processioni religiose e pellegrinaggi, come nel punto dove si trova il bassorilievo di S. Nicola di Bari. Il tutto concentrato all’ombra di Monte Cofano. Imponente e maestosa montagna a picco sul mare, che domina da un lato il golfo di Bonagia e l’Agroericino, guardando a Ponente verso monte Erice. Dall’altro c’è il mare di Macari (nella foto in basso a sinistra), con un panorama chiuso a Levente da monte Monaco e monte Sparagio, con i suoi 1110 metri la vetta più alta della provincia di Trapani. golfo-macariPanorami che si possono ammirare facendo il giro ad “anello” attorno a monte Cofano, un’escursione unica, che  regala sempre forti emozioni e prospettive davvero suggestive. Ed ogni volta è come se fosse la prima volta. Anche se hai percorso quelle antiche mulattiere chissà quante volte. Ma è la forza di questa stupenda montagna dolomitica, che a guardarla dal basso sembra proprio imprendibile. E per certi versi lo è.
Il percorso ad anello solitamente si fa partendo da Cornino, per fare il sentiero costiero, arrivare a Cofano e risalire lungo la “sella” per poi scendere nuovamente in direzione Cala Bukuto. Ma si può percorrere anche al contrario, arrivando da Castelluzzo per iniziare subito la risalita dal “Tuono” lungo il promontorio che porta a “gorgo Cofano”, itinerario seguito domenica scorsa nel corso dell’escursione organizzata dal presidio Cai di Erice. Siamo nei pressi nella Torre della Tonnara di Cofano, l’unica con le particolari pareti concave. In questo caso si parte subito con la salita, belli freschi e carichi di energie, con le temperature e la brezza del mattino che aiutano ad arrivare in cima alla “sella”, a circa 250 metri di altezza, senza troppe difficoltà. gola_Passeggiando ed ammirando la natura circostante che si sviluppa lunga questa meravigliosa gola (nella foto a destra) tra pareti rocciose a strapiombo ed una natura incontaminata. Una camminata resa ancora più suggestiva dai colori del mattino. Protagonisti di questa mulattiera, oltre i panorami sul mare del golfo di Macari, sono le numerose piante che vi crescono. In alcuni casi proprio uniche, come spiegato, tra una sosta e l’altra, da Biagio Barbera, tra i partecipanti all’escursione, che ha condiviso con noi un po’ di nozioni di botanica, mostrandoci il “cavolo delle rupi”, che cresce solo a monte Cofano e nella montagna di Erice, e la mandragora (nella foto in basso a sinistra), la pianta delle streghe, tossica in tutte le sue parti. mandragoraEd ancora il terebinto, “cugino” della pianta di pistacchio, il lentisco, della stessa famiglia, il fiordaliso di Cofano, lo zafferano autunnale ed il garofano rupestre, specie rare e bellissime. Salendo siamo quindi arrivati a Gorgo Cofano, a 249 metri di altezza, una sorgente d’acqua al cui interno di trovano pesciolini rossi.
Una volta sulla “sella”, con da un lato il golfo di Macari e monte Monaco, dall’altro il mare di Bonagia e la montagna di Erice, è iniziata la discesa verso Cala Bukuto, a Cornino. Qui ad attendere il gruppo c’era Fabrizio Fonte, che ha fatto da “cicerone” raccontando le tante storie  e leggende che aleggiano attorno a monte Cofano, come quella del tesoro del pirata Dragut o della luna turca.  Ed ancora i tanti itinerari religiosi a cui sono legati questi sentieri ed il sistema di avvistamento del XVI secolo, con una sosta nella torre di San Giovanni, tra quelle che davano l’allarme in caso di attacco dei saraceni con segnali di fumo di giorno o accedendo un fuoco di notte. monte-cofanoMolto suggestiva la tappa nella grotta, di età neolitica, e nella cappella del Crocifisso, ancora oggi meta di pellegrinaggi,  o il bassorilievo di S. Nicola di Bari. Il tutto passeggiando tra la pareti a strapiombo del lato Nord di monte Cofano ed il sottofondo del mare. Il percorso si è concluso nella Torre della tonnara di Cofano, una caratteristica fortificazione spagnola dalle pareti costruite a semiarco in modo da resistere ai colpi delle palle di cannone. Un luogo molto frequentato d’estate dove si trova il caratteristico “villaggio dei pescatori”. Ancora oggi ancora si intravede quello che un tempo era il marfaraggio dei vascelli e delle muciare della tonnara. Qui il percorso scende a livello del mare, invitando tutti a fare un tuffo in questo acque cristalline che sembrano davvero non conoscere tempo. Il massimo dell’incanto arriva all’alba, con il sole che si alza da dietro i promontori montuosi del Palermitano, iniziando ad illuminare con i suoi raggi di luce la montagna di Cofano, quasi fosse la punta di diamante di un prezioso anello, con tutto attorno incastonate le tante bellezze di questo angolo di Sicilia. Un autentico gioiello della natura tra cielo e mare.

Mario Torrente