L’«ecomostro» di porta Spada

Il pugno nello stomaco arriva puntuale passeggiando nell’antico bosco di Erice, tra gli alberi secolari del sentiero compreso tra porta Spada e viale delle pinete. Ad un certo punto, “scamminando” in questo angolo di paradiso ad un tiro di schioppo dal borgo medievale, ci si ritrova davanti a questa “montagna” grigia di cemento, avvolta nel verde, con tutt’attorno rifiuti e cattivi odori! Doveva essere una palestra ma è finita col diventare un autentico scempio ed un’offesa ad Erice ed alle sue bellezze, costata, oltre a tanti quattrini pubblici, letteralmente buttati al vento, anche i circa 140 alberi a suo tempo abbattuti, il prezzo pagato da madre natura per fare spazio a quello che oggi si presenta come un «ecomostro», in perfetto stile “ed io pago”! Un’opera pubblica tutt’oggi incompiuta ed abbandonata, rimasta fuori, al momento e salvo eclatanti colpi di scena o interventi “divini”, da ogni possibilità di “recupero” per essere consegnata alla collettività. E di una sua demolizione, considerata l’inutilità ed il contrasto, lasciata com’è in queste condizioni di degrado, con il meraviglioso contesto naturalistico circostante, manco a parlarne. E quindi? E quindi niente. Tutto rimane cosi com’è, come buona prassi italiota insegna. Per di più in salsa siciliota. ecomostro_2Il tutto condito da una buona dose di scelte probabilmente inopportune (costruire lì una palestra?), incapacità (nel non essere riusciti a completarla ed aprirla), indifferenza e forse anche di rassegnazione da parte dei cittadini, mista ad apatia e poco amore per il proprio territorio: il “chi si ne frega”, da queste parti, vince e comanda sempre, trasformando una mostruosità in…normalità! Senza nulla togliere al progetto, sicuramente di alto valore. Anche se la scelta della location lascia molto a desiderare. Certo, erano altri tempi ed allora, forse, c’era meno attenzione davanti a certe tematiche ecologiste. Probabilmente allora si pensò che “sacrificare” parte del bosco (140 alberi!) valesse un bene di pubblica utilità. Solo che, a conti fatti, non è venuto fuori nulla di buono se non una struttura tirata su nel cuore del bosco, mai ultimata ed oggi lasciata in condizioni di degrado e abbandono…beh, c’è davvero poco da aggiungere. Lo ripeto: un autentico pugno nello stomaco! ecomostro_3Ed al danno ambientale anche la beffa per la comunità muntisa, visto che in quella palestra nessuno ha mai fatto sport. Quanto meno, se fosse entrata in funzione, i cittadini ericini avrebbero potuto contare su un servizio per la loro collettività, avendo un posto dove fare attività sportiva nel loro paese piuttosto che essere costretti a “scendere” a Trapani. Piangendo con un occhio! Ed invece nemmeno questo. Neanche quell’ipotesi, di cui si parlò anni addietro, di trasformare la struttura, inizialmente concepita come palestra scolastica, in piscina sfruttando la grande cisterna presente sotto il pavimento. Un modo per recuperare quest’opera pubblica, mai ultimata perché, a quanto pare, a suo tempo (parliamo degli anni Novanta) finirono i fondi (allora si andava per tranche di finanziamento) e non ne arrivarono di altri per completarla. E con gli anni la palestra è finita nel dimenticatoio. Restando fuori dall’agenda politica ericina, lontano anni luce dalle priorità, se non per i puntuali annunci ed i solenni impegni presi durante la campagna elettorale. Poi subito messi in soffitta, eccezion fatta per una richiesta di finanziamento di qualche anno fa. Che non ha portato ad alcunché. La palestra di porta Spada è così diventata l’ennesima incompiuta, per di più assumendo le “sembianze” di una discarica, visto che oggi è adibita a punto di stoccaggio dei rifiuti raccolti in paese. Ciò che ne viene fuori è un quadro davvero desolante e triste, costato 140 alberi tagliati, tanti soldi pubblici spesi inutilmente ed una miriade di occasioni perse per la comunità ericina. Un’autentica vergogna, insomma, nel cuore dell’incanto del bosco di Erice, a poca distanza dalle mura millenarie e dai viali sempre più frequentati, anche dai turisti. La dea Venere ringrazia sentitamente per essere riusciti a deturpare, ancora questa volta, tutta questa grande bellezza…

Mario Torrente