In off road per le campagne trapanesi alla scoperta della Fossa Dalla

L’hinterland trapanese è un territorio davvero tutto da scoprire, dal mare alla montagna passando per le sue campagne ondulate, fatte di colline, campi di grano, vigneti e uliveti. Ed ancora passaggi d’acqua, vecchi bagli e borgate oggi disabitate. Passando per regie trazzere e sentieri più o meno percorribili in quattro per quattro. Riuscendo davvero ad entrare a contatto con paesaggi sempre variegati, in una dimensione a tratti quasi senza tempo, distante dal frastuono e dallo stress delle città. Da quelle parti è solo voglia di natura e di lasciarsi tutto alle spalle “per staccare”. Avventurandosi per le strade sterrate dell’entroterra del Trapanese significa entrare a contatto con un mondo che davvero non ti aspetti. Ad un tiro di schioppo dalla frenesia quotidiana.

Partendo da Trapani, a bordo del Defender di Giuseppe D’Alì e del Discovery di Roberto Mazzeo, dopo essere risaliti a Crocevie, nei pressi di Valderice, iniziamo il nostro viaggio off road per le campagne del comprensorio,  tra campi coltivati, terreni abbandonati e torrenti asciutti che ci costringono a qualche passaggio un po’ azzardato che mette alla prova sospensioni e conducenti. Nulla di particolarmente impegnativo dicono loro, abili nel giocare tra ridotte, millimetriche sterzate sui massi, accarezzate di freno e prontezza di acceleratore nel dare gas al momento giusto. Passati! Il viaggio continua, cercando la trazzera da imboccare. In questo il nostro Giuseppe D’Alì è davvero insuperabile, capace com’è di orientarsi in quel reticolo di sterrati. Un labirinto dove potrebbe perdersi chiunque, ma non lui che sa sempre da che parte andare per arrivare a destinazione. Intanto è uno spettacolo di colori, tra giallo dei campi di frumento, al verde delle colline per volare verso un cielo quanto mai blu con quale nuvoletta che da profondità di campo. Ed ogni panorama, ogni prospettiva, ogni angolo merita una foto. La luce è perfetta, complice il sole, alle nostra spalle con la gusta inclinazione, ed un leggero vento di Maestrale che rende il tutto quanto mai limpido. Giornata ideale per una uscita in fuoristrada!

Ci muoviamo verso Segesta, lasciando alla nostra destra le frazioni di Napola, Dattilo e Fulgatore. I deliziosi cannoli che fanno da quelle parti possono aspettare… Dopo avere attraversato Tangi e Ballata, ammirando l’antico castello che domina questo particolare borgo, continuiamo il nostro viaggio verso monte Pispisa, la stupenda montagna  che si affaccia sul tempio di Segesta. Ma la destinazione, questa volta è un’altra. Nei pressi della stazione di Segesta sterziamo  a Nord, in direzione Castellammare del Golfo. Nel giro di quindici minuti, tra curve, scaffe e risalite, ci ritroviamo su una strada che costeggia una montagna, la cui vetta, chiamata pizzo Merio, arriva a 420 metri. Siamo nel triangolo di terra compreso tra  Balata di Baida, il Castello di Inici e Bruca, in una zona distante pochi chilometri da bosco Scorace. Ci ritroviamo così a costeggiare, dal versante Est della montagna, una gola molto profondo, chiamata “Fossa Dalla”, un vallone con le pareti strapiombanti che danno davvero il senso di vertigine. Sicuramente da vedere, ma senza sporgersi più di tanto. Il panorama è mozzafiato nel senso canonico del termine. Continuando la nostra marcia ci ritroviamo in un bosco meraviglioso, dove si resta letteralmente avvolti da un senso di pace e di distacco incomparabile. Il silenzio è rotto solamente dal fruscio dei rami degli alberi e dal cinguettio degli uccelli.  “Sembra di essere in Trentino”, commenta Roberto, guardando da parabrezza verso le cime degli alberi, alti come raramente si vede da queste parti. Ci fermiamo in località “Lisciandrini”, dove troviamo un’area attrezzata ed un corso d’acqua pieno di girini chiamata “Fosso Orghe nere”. Respiriamo a pieni polmoni, cercando di fare il pieno di aria pulita e salubre. Ringraziando per questo autentico angolo di paradiso.  Intanto comincia ad imbrunire. Il sole ha iniziato il suo viaggio per il tramonto regalando un nuovo spettacolo di colori impareggiabili. È il momento di rimettersi in marcia per rientrare a Trapani. Sulla via del ritorno, madre natura decide di concederci un ultimo regalo per questa bella giornata di scaminate off road, regalandoci un meraviglioso tramonto con una prospettiva davvero unica, l’entroterra trapanese con sullo sfondo monte Erice, che nonostante i suo 700 e passa metri d’altezza visto da qui sembra poco più di una collinetta. Effetto, indubbiamente, dei quaranta chilometri in fuoristrada fatti che ci hanno portato nel cuore della Sicilia occidentale. In un gran finale caratterizzato da una esplosione di colori, dal rosso all’arancione passando per il giallo abbagliante del sole ed arrivando al blu tenue del cielo, tra i riflessi delle nuvole e le for me di questo ultimo triangolo di Trinacria, capace sempre e comunque di emozionare.

Mario Torrente