L’Isola del Tesoro abbandonato

Duecentomila persone al giorno per “The Floating Piers”, un pontile sospeso sull’acqua e lungo 3 km (più 1,5 su strada), da Salzano all’isola di San Paolo (Brescia), passando per Monte Isola.
Conosciuto anche col nome di “Ponte Galleggiante” o “La Passeggiata di Christo”, toccando le coscienze dei più religiosi e facendo alzare i toni alla madre Chiesa, ma Christo è il nome dell’artista che ha realizzato l’opera sulla quale, insieme alla compagna… scomparsa nel 2009, lavorava da alcuni anni.
Christo Yavachev è un artista della Land Art, ha realizzato moltissime opere colossali in tutto il mondo, alcune in Italia, ma erano 40 anni che non tornava sullo stivale, così, aiutato da un amico ingegnere, il quale ha pensato alla burocrazia, è riuscito a completare l’opera, provvisoria, che verrà smontata il 3 luglio prossimo.
La trovata è geniale, anche se i costi sono elevati (si parla di 20 milioni di euro), però è probabile che qualche città (probabilmente non italiana) possa sposare il progetto e renderlo attuabile per collegare alcune località balneari.

La fantasia del trapanese si è subito messa in azione e sviluppata per la Torre della Colombaia, certo, non sarebbe una cattiva idea, ma prima di pensare a ciò… bisognerebbe sviluppare un maggiore senso di appartenenza, attraverso la valorizzazione delle opere che abbiamo sul nostro territorio… e questo, sebbene ci sia una timida ripresa, ancora manca… e insieme ad esso, manca il senso civico, culturale, turistico.
Il progetto più grande ed ambizioso è quello del nostro cambiamento, non appena avremo imparato a valorizzare quanto sopra citato, potremo iniziare a lavorare per il futuro.

Intanto, non lontano da Trapani, anzi… proprio a due passi, nelle nostre acque… quelle dello stagnone di Marsala, da sempre, sin dallo sbarco dei Fenici risalente ad “appena” tremila anni orsono, c’è chi questa passeggiata sull’acqua la fa ogni giorno… e senza bisogno di pontili, un esodo che va dalla vicina spiaggia di San Teodoro all’Isola Lunga (o Grande) dello Stagnone, una passeggiata di appena 500 metri, ma che può continuare per un’altra dozzina di km e anche più, facendo il giro dell’isola.

Un cammino davvero suggestivo, in quanto diverso dai più consueti, un percorso emozionante che si sposa con con le fresche e azzurre acque circostanti, che regalano un paesaggio autentico si sabbia bianchissima, tanto da ridare al sito il soprannome di “Tahiti”.
Però… la nuova Tahiti, ultimamente, ha perso quel magico e surreale fascino tropicale che l’ha sempre caratterizzata.
Giunti sull’isola, ad accogliervi non ci trovate belle polinesiane, “le ragazze di Gaugain”, bensì ruderi abbandonati da tempo e cumuli di degrado, il tutto in un lembo di terra selvaggio, che ha perso gran parte del suo antico fascino… solo a causa dell’arroganza e la prepotenza dell’uomo.

Stiamo parlando di una Riserva Naturale istituita nel 1984, ma che nel rispetto di tale nome, conserva ben poco.
Tutt’altro, in questo posto regnano sovrane la negligenza, l’incuria e l’inciviltà dell’uomo, il quale ha abbandonato e deturpato uno dei luoghi potenzialmente più belli del territorio trapanese.

Sono andato per fare trekking, ma credetemi … l’entusiasmo concepito all’inizio dell’escursione, scivola via in un attimo … nel momento in cui si arriva sulla terra ferma.
Cumuli di macerie lasciate marcire, discariche a cielo aperto, vegetazione fuori controllo, strutture antichissime ormai pericolanti e corrose dalla salsedine, tesori inestimabili abbandonati in un pezzo di paradiso terrestre.
Mi fa male vedere tutto questo, mi fa male accettarlo … e mi fa male ancor di più percepire disinteresse da parte degli organi competenti.

Dentro l’isola si cammina, lo spazio per bruciare km c’è tutto, stando sotto il sole cocente e trovando riparo sotto il bosco, costeggiando vecchie vasche di sale e ammirando il canto della natura.
Sull’isola, infatti, nidificano e trovano ristoro centinaia di specie di volatili e tra questi il fenicottero rosa.
Peccato, perchè questo sito potrebbe ospitare uno dei parchi più belli d’europa, ma ha la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato, dove l’uomo non ha ancora capito l’importanza della natura, l’importanza del futuro e quello della vita.

Memmo Gambina

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