Teatro di Andromeda, la parola alla luce

E’ trascorso un anno da quel giorno in cui sentii parlare del Teatro di Andromeda a Santo Stefano della Quisquina. Siamo in mezzo ai Monti Sicani, tra le province di Palermo, Agrigento e Caltanissetta, un luogo davvero speciale, un luogo dove ancora una volta è il silenzio della natura ed il suo corso a regalarti emozioni uniche. Ogni anno in questo luogo “magico” si festeggia il solstizio d’estate, il giorno più lungo dove il sole ci dona tutta la sua energia, la sua luce… Tutto questo lo dobbiamo a Lorenzo Reina, un’artista d’altri tempi, un personaggio di grande carisma, che ha voluto onorare la volontà del padre pastore di continuare il percorso che egli stesso aveva iniziato, valorizzando la propria terra e ringraziandola ogni giorno per tutto quello che ci dona. Lorenzo lo ha fatto e continua a farlo, creando una fattoria dove insieme ai suoi animali produce latte d’asina e insegna ai suoi allievi la cultura biologica ed i vecchi e semplici sistemi come produrre pane, ricotta ed altri prodotti fatti in casa. Ma Lorenzo non è solo questo: è uno scultore, lavora la pietra, il legno, la creta come pochi … e lo fa con grande semplicità, come se le sue mani fossero fatte apposta per dare forma al creato, un vero artista con il quale è prima di tutto un onore, oltre che un grande piacere, parlare! Per me lo è stato…

Lo spettacolo iniziava alle 18 ed io mi trovavo con due amiche, con le quali avevamo deciso di esplorare prima questo sito, con la speranza di riuscire a godercelo tutto per noi, prima che arrivassero gli altri visitatori. Erano le 17, il tempo c’era tutto … ma in fattoria non c’era ancora nessuno o comunque così pareva, poi … nel retro incontriamo un ragazzo coi capelli lunghi che ci dice: “Siete qui per il solstizio? Mio padre non è ancora qui, ma tra una ventina di minuti facciamo il check-in!” Era il figlio di Lorenzo che si stava accingendo nei preparativi della serata. Cosi decidiamo di raggiungere il Teatro, con la speranza di trovarlo aperto e fare qualche foto, ma mentre percorriamo la stradina che dalla fattoria porta al teatro un’auto, con a bordo tre persone, si ferma davanti a noi… io mi trovavo sul lato del passeggero e davanti ai miei occhi avevo proprio lui, Lorenzo! Abbassando il finestrino mi chiede: “Da dove venite?” Rispondo io: “Da posti diversi! Io da Trapani! Possiamo andare a fare due foto in Teatro?” Lui: “Certamente, andate pure … ma non entrate nel cerchio magico! … ci vediamo dopo!”

Wow!!! Non avevamo idea di cosa volesse dire, ma … questa cosa aggiungeva pathos alla nostra visita, dunque andammo e solo una volta lì, capimmo cosa intendeva dire Lorenzo per “non entrate nel cerchio magico!” Davanti ai nostri occhi vediamo un’enorme scultura, una maschera in pietra (credo tufo o creta) guardarci da lontano: era “l’imago“, una scultura che simboleggia uno schema inconscio con cui il soggetto considera l’altro. Pochi passi ed eravamo già dentro il teatro, non senza però prima passare da una porta girevole, ma aperta per metà, in ferro battuto. Finalmente!!! Ciò che i nostri occhi avevano sempre visto dalle foto sul web, e che hanno fatto il giro del mondo, adesso era li, dal vivo e con una prospettiva del tutto diversa… anzi, prospettive infinite … ce lo siamo girato tutto fino a sentire l’energia che c’è in quel luogo davvero speciale! Da lì a poco ci saremmo tornati, ma prima ci aspettava un bell’aperitivo del tutto originale, com’è nello stile Reina: delle damigiane colme di vino bianco e ciliegie, null’altro … ma è bastato per entrare ancor di più in sinergia con l’ambiente circostante.

Tornando in teatro … il richiamo di una musica d’altri tempi ci faceva proiettare nell’invisibile, nel baratro di un tempo mai trascorso … o forse sì, dipendeva da ognuno di noi! Adoro fare foto e in quel momento attorno a me avevo centinaia di soggetti da fotografare: non sapevo cosa catturare prima, quale volto, quale emozione, quale azione … era tutto da immortalare! Vorrei provare a descrivere il momento in cui il sole è entrato nella bocca dell’imago e quando Lorenzo, entrando nel cerchio magico, ha iniziato la semina della luce … attraverso i cristalli contenuti dentro delle ceste di paglia: ma è davvero impossibile descrivere tutto ciò… Andate anche voi a visitare questo magico pezzo di paradiso, a mio avviso uno dei teatri all’aperto più belli di tutta la Sicilia, il Teatro di Andromeda di Rocca Reina a Santo Stefano Quisquina, a due passi dall’eremo di Santa Rosolia.

Memmo Gambina

 

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