Attraversando la Valle del Belice – anteprima esperienza Transikania 2016

Chi decide di partecipare all’avventura della Transikania sa che potrà percorrere centinaia di chilometri di off-road in paesaggi incontaminati, senza possibilità alcuna di avvistare centri abitati, neanche all’orizzonte, a volte per decine e decine di chilometri. Niente asfalto e cemento. Solamente paesaggi rurali tra colline, pianure e zone montuose, sempre pennellati da verde agricolo, boschi e macchia mediterranea.
Tolleriamo allora la sorpresa di constatare quanto magnetismo possa esercitare una enorme massa di cemento, avvistata già chilometri prima in lontananza, resa ancora più suggestiva dall’effetto miraggio creato dal sole di mezzogiorno che ne riscalda la superficie. Un solenne monumento, prima che opera d’arte. Scrigno plasmato dall’uomo per conservare con austera sacralità i resti di una città cancellata dalle carte geografiche, cancellata in poche ore, durante il terremoto del Belice del 1968. Il Cretto di Burri, straordinaria opera d’arte, e soprattutto monumento funebre che testimonia, fermandole in un’istantanea, le tragiche conseguenze del terremoto del Belice del 1968, le vittime, e le decine di migliaia di persone sfollate. Un luogo toccante, una sensazione di quiete surreale, inaspettata, nella campagna silente. Il candido cemento, disteso sulla collina, sinuoso, dinanzi a noi, tanto somiglia alla silhouette di una duna di sabbia, ma qui i granelli sono immobili, non mutevoli e plasmati dal vento, ma fatti di materiale incorruttibile, adagiato sulla terra, finalmente compiacente.

Giuseppe D’Alì